Un colonello della polizia
investigativa del Cairo sarebbe stato in possesso del passaporto
di Giulio Regeni prima di effettuare la perquisizione, il 24
marzo del 2016, nell'abitazione dove viveva uno della banda
criminale che venne accusata falsamente dell'omicidio di Giulio.
Il documento venne poi fatto trovare in quell'appartamento dalle
autorità egiziane. E' quanto emergerebbe da un audio che la
Procura di Roma ha chiesto di acquisire agli atti del processo a
carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani.
L'audio, secondo quanto ha affermato il procuratore aggiunto
Sergio Colaiocco, sarebbe stato fatto da un testimone che ha
ascoltato una delle persone presenti nell'appartamento durante
la perquisizione della polizia. I giudici si sono riservati di
decidere.
In aula è stato, poi, mostrato un video, preso da fonti
aperte e già noto in Italia, in cui vengono intervistati i
parenti della presunta banda di criminale. Dalle loro
affermazioni e in base a quanto riferito dal colonello del Ros,
Onofrio Panebianco, è emerso inoltre che alcuni oggetti, come il
portafogli, porta occhiali e auricolare, trovati
nell'appartamento e consegnati anni dopo agli inquirenti
italiani, non appartenevano a Regeni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA