"Trieste è un'isola! Sulle isole i
connotati della terraferma sono sfumati, le regole assecondate
al vivere locale, gli usi e costumi spiccatamente specifici.
L'isola, ogni isola, ha una sua precipua personalità che ne fa
un luogo unico. Trieste, città italiana circondata non dal mare,
ma dalla Slovenia, per le sue particolarità è un'isola". Ne è
convinto lo scrittore e giornalista Francesco De Filippo, che al
festival vicino/lontano in corso a Udine ha presentato il suo
ultimo romanzo Trieste è un'isola (Castelvecchi editore) in una
conversazione con il collega giornalista Oscar D'Agostino alla
libreria Odòs.
"Nella bella, elegante e asburgica Trieste tutti parlano
dialetto e questo è un elemento identitario e la città vive una
sorta di doppio strabismo", ha spiegato De Filippo. "Il primo è
cronologico, perché la città è tenacemente attaccata alle
proprie tradizioni - ha precisato - e contemporaneamente
proiettata nel futuro con centri di ricerca all'avanguardia". Il
secondo "strabismo" è geografico. "Come un avamposto di vedetta
- ha aggiunto l'autore - da qui lo sguardo domina Occidente e
Oriente".
Sulla trama del romanzo, De Filippo ha evidenziato che il
protagonista Vincenzo Tagliente, "uomo legato ai servizi,
vorrebbe trascorrere senza problemi il periodo di temporaneo
esilio da Napoli, invece viene risucchiato in una storia che
apparentemente sembra un insignificante 'cold case' e invece si
rivelerà un intrigo pericoloso e internazionale". "Ed è proprio
nel lento dipanarsi di questa vicenda - ha concluso - che
scoprirà Trieste, i suoi luoghi, i suoi misteri".
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