Un appello "alla trasparenza" e
alla "presa d'atto che anche gli ultimi documenti dicono che nel
Porto Vecchio di Trieste non si può costruire l'ovovia" è stato
lanciato oggi dal vicepresidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Francesco Russo (Pd), al Comune di
Trieste.
Gli ultimi documenti, ha ribadito Russo durante un incontro,
sono "una sentenza finale" sull'opera, finanziata dal Pnrr e che
mira a collegare il centro città al Carso, passando per il Porto
Vecchio. A fronte di una richiesta di opera alternativa avanzata
a settembre "dai due massimi comitati tecnico scientifici" delle
Belle arti e del Paesaggio - ha ricostruito il dem - a fine
gennaio il Comune ha comunicato al ministero della Cultura e
alla soprintendenza speciale Pnrr "che è stato formalizzato il
progetto definitivo dell'opera". Ne è seguita una risposta, da
parte della soprintendenza speciale, in cui si chiedono
chiarimenti sui motivi per cui non è stata approfondita
un'alternativa via terra. "Secondo i comitati - ha spiegato
Russo - non ci sono le condizioni per far passare piloni e
ovovia nel Porto Vecchio e neanche per costruire le stazioni.
L'ultima risposta della Soprintendenza speciale è molto secca e
negativa per il Comune e se, come è emerso, qualcuno
dell'amministrazione ha avuto nel frattempo altri colloqui a
Roma, ci farebbe piacere sapere subito. L'idea magari che si
aspettino le elezioni per non dover ammettere che l'ovovia è
stata un errore e bisogna tornare indietro, è qualcosa che i
triestini non si meritano".
"L'appello - ha concluso - è a discutere insieme con il
sindaco e il centrodestra su come non buttare via i 62 milioni
arrivati a Trieste con il Pnrr e che rischiamo così di
riconsegnare".
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