"L'amministrazione comunale di
Monfalcone sottolinea come i ripetuti pronunciamenti del
Consiglio di Stato in merito ai due centri islamici hanno
chiaramente ribadito che la libertà di culto individuale è
considerata 'diritto inviolabile', ma allorché diventa
collettiva deve esercitarsi nella 'cornice normativa di rango
primario e secondario', deve cioè rispettare le regole della
legge e essere praticata nel rispetto della legalità". Lo si
legge in una nota diffusa dal municipio.
"Conseguentemente, sono state confermate di fatto le
ordinanze del Comune che erano intervenute per garantire nei due
centri l'applicazione delle norme urbanistiche, e quelle della
sicurezza e incolumità pubblica, in quanto tali luoghi non
possono essere trasformati in moschee - prosegue il comunicato
-. Il Consiglio di Stato, nonostante l'espressa richiesta dei
due Centri, non ha accolto la loro domanda di sospensiva nella
parte in cui dispone il divieto di utilizzo a fini di culto i
locali situati in via Duca d'Aosta e in via don Fanin e,
pertanto, già ieri, l'ente ha chiesto alle due associazioni
islamiche l'ottemperanza dell'ordinanza collegiale adottata dal
Consiglio di Stato, tenuto conto del fatto che venerdì scorso i
due edifici sono stati utilizzati in palese violazione delle
disposizioni emesse e di quella 'leale collaborazione' che però
viene pretesa".
Il Comune di Monfalcone ha anche reso noto di aver comunicato
l'attivazione, a tutti gli effetti, del tavolo indicato dal
provvedimento del Consiglio di Stato. "Nei documenti inviati il
Comune ha chiesto, oltre all'ottemperanza su richiamata, di
ottenere quelle informazioni fondamentali a formalizzare la
proposta dei siti alternativi provvisori - hanno precisato dal
municipio - come ad esempio, di conoscere il numero degli
associati di ciascun centro, le giornate e gli orari in cui si
intendono utilizzare questi siti. Nel frattempo, comunque, i
tecnici del Comune hanno lavorato per valutare precisamente
quali possano essere le alternative utili".
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