(di Lorenzo Padovan)
"Le mie parole sono state
strumentalizzate e mal interpretate. Ho sempre detto che il
pubblico dell'Udinese applaude e supporta fino all'ultimo minuto
e soltanto dopo il triplice fischio, in caso, esprime il proprio
disappunto. Noi lavoriamo per dare gioia a loro. Quando le cose
vanno male hanno tutto il diritto di fischiare o di mandarci
via. La pressione che la squadra ha è perché gliela metto io.
Dalla tifoseria mi aspetto amore. Sono convinto che domani li
faremo gioire". Lo ha detto Gabriele Cioffi, in conferenza
stampa, alla vigilia dell'anticipo con il Torino.
La precisazione arriva dopo un duro striscione dei tifosi
contro Cioffi, invitato a rispettare la loro passione. Il
tecnico nel post gara dell'Olimpico aveva parlato di pressioni
avvertite nelle gare interne.
"Legate alla voglia di regalare ai tifosi il successo che si
meritano - ha precisato - non certo al trattamento ricevuto: ci
sono sempre stati al fianco, all'inglese. Riservando
contestazioni soltanto al post gara".
Quanto al match di domani, Cioffi ha confermato il rientro in
cabina di regia di Walace - "per me è il titolare" - facendo
comunque i complimenti a Zarraga per la gara vinta con la Lazio.
La formazione sarà la stessa del blitz a Roma - con Bijol pronto
a subentrare -, e con Samardzic ancora in panchina "anche se la
convivenza con Pereyra non è impossibile, ci avevo pensato fino
all'ultimo anche lunedì".
Dal Torino, il tecnico dei friulani si attende una gara
"aggressiva, perché non vince da 4 giornate ma ha fatto
prestazioni ottime e in alcuni casi ha raccolto meno di quanto
si meritasse"
Parole al miele per Thauvin: "Ha vinto la coppa del mondo ma
con me non giocava - ha rilevato Cioffi -: mi ha chiesto
spiegazioni in maniera molto costruttiva e si è conquistato il
posto con applicazione e sudore, un esempio per tutti i ragazzi
giovani".
Passaggio finale sul diverso atteggiamento della squadra nei
minuti finali dei match dopo i tantissimi punti persi nei finali
di gara. "I cartellini gialli di Roma attorno al 90' sono un
segnale di presa di coscienza. Se serve la palla deve andare
anche in tribuna".
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