Il presidente della Bielorussia
Aleksandre Lukashenko "è disponibile nei confronti di Putin,
molte imprese statali rispondono al ministro della Difesa russo.
La Bielorussia è meno bloccata dalle sanzioni rispetto alla
Russia, e quindi Minsk rifornisce Mosca di tanti prodotti, oltre
al supporto logistico dal punto di vista militare. Insomma, la
Bielorussia è una sorta di appendice della Russia". Lo ha detto
Olga Karatch, giornalista bielorussa, politologa e attivista per
la pace e per i diritti umani e civili, ieri sera a Trieste a un
incontro pubblico promosso nell'ambito di Euromediterranea dalla
Fondazione Alexander Langer Stiftung, da Articolo 21 con il
Teatro Miela e il Premio Luchetta.
Karatch concluderà oggi a Milano un tour in alcune città
italiane cominciato a Roma per ritirare il Premio Langer 2023
appena vinto, per tornare a Vilnius, in Lituania, dove vive in
esilio con la famiglia, dopo essere stata incarcerata e
torturata nelle prigioni del regime bielorusso.
Olga Karatch ha sottolineato che il suo Paese "fa da
retroguardia militare alla Russia, c'è la Wagner, istruttori in
contatto con la Russia e soldati russi feriti in guerra che
vengono curati in Bielorussia". Il Paese, tuttavia, "è diviso
perché la società civile è a favore dell'Ucraina. Ma il solo
indossare vestiti gialli e blu può comportare il carcere, come è
accaduto a una professoressa che aveva nei capelli un fermaglio
giallo e blu, arrestata in classe".
Karatch dirige 'Our House' (Nash Dom), organizzazione che
aiuta i dissidenti, gli obiettori di coscienza e le persone che
hanno subito la violazione dei diritti umani in Bielorussia. La
giornalista ha sottolineato la grande difficoltà di vita in
Lituania per le migliaia di persone fuggite dal regime di
Lukashenko. "Le autorità considerano queste persone una minaccia
alla sicurezza nazionale e mirano a riportarle in Bielorussia
dove rischiano la morte".
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