"La situazione dei richiedenti
asilo provenienti dalla rotta balcanica, che non trovano spazio
nell'accoglienza delle strutture pubbliche a Trieste,
'accampati' in uno spazio coperto senza pavimentazione, senza
servizi igienici, senza possibilità di lavarsi etc, e vivono in
condizioni sub-umane, ci interpella" ed è "un gravissimo
attentato verso la dignità dell'uomo di cui ogni persona, anche
chi delinque, ha diritto da parte di uno Stato democratico".
Dunque, "quella struttura, il 'silos', deve essere chiusa, come
appunto è il parere dell'intera cittadinanza ed anche delle
Istituzioni" e deve farlo "la proprietà, Coop.Alleanza 3.0". A
chiederlo, in una nota, è il teologo mons.Ettore Malnati,
impegnato nelle vicende sociali e che più volte è intervenuto
sul tema.
Don Malnati ha ricordato di aver più volte chiesto che "si
reperiscano strutture alternative per la dignità di queste
persone già provate per le tristi 'avventure' subite durante la
rotta" balcanica. "Trieste, attraverso singole persone e
associazioni varie, ha cercato di alleviare a queste persone -
sì sono persone e come tali vanno considerate - i disagi causati
dalla mancanza di cibo, di indumenti e anche per un po' di
compagnia nella piazza di fronte alla stazione". Ma deve essere
la proprietà, "responsabile di questo scempio umano", a chiudere
il 'silos', "offrendo così alle Istituzioni la possibilità e il
dovere anzitutto di chiudere questa struttura fatiscente e
moralmente scandalosa e reperire, adattandole, strutture che
abbiano, in una realtà transeunte, il minimo per un 'soggiorno'
sufficientemente dignitoso". Chiudere "quam primum con la
soluzione di locazioni, e ce ne sono, per un'ospitalità
dignitosa e rispettosa per richiedenti e ospitanti".
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