"La illycaffè ha avuto un
incremento dei costi logistici del 30%" in conseguenza del
conflitto in Medio Oriente e dei problemi al transito nel Canale
di Suez: "Tutto ciò che dobbiamo spedire verso la Cina ci costa
il 50% in più e ciò che spediamo verso gli Stati Uniti, seppure
non passi per il Canale di Suez, comunque ci costa il 20% in più
perché è molto più difficile reperire container e
approvvigionarsi dell'occorrente per i trasferimenti via mare: è
il momento di mettere in campo una grande resilienza". Lo ha
detto all'Ansa Cristina Scocchia, a.d. di illycaffè a margine
dell'inaugurazione della mostra 'Amazonia' di Sebastiao Salgado
di cui l'azienda è sponsor.
"Siamo tuttavia molto contenti perché negli ultimi due anni
vediamo concretizzarsi risultati molto positivi: nel 2022
abbiamo chiuso un anno record, per il 2023 siamo soddisfatti
perché cresciamo in fatturato, cresciamo in profitto a doppia
cifra nonostante la complessità macroeconomica e geopolitica. I
risultati - ha proseguito Scocchia - li annunceremo dopo il Cda
di fine mese, però" comunque è stato un anno di "crescita a
doppia cifra".
Soddisfazione è stata espressa dall'a.d. anche per il mercato
degli Stati Uniti, sul quale il gruppo triestino sta puntando:
"Continuano a essere per noi il focus fondamentale, vogliamo
continuare a crescere in Italia nostro mercato di origine e che
è un terzo dell'azienda, ma gli Stati Uniti sono il secondo
mercato, con circa 100 milioni di fatturato, e sono il primo
mercato al mondo del caffè, un mercato che adora il Made in
Italy di alta qualità come quello della illycaffè". Per Scocchia
è insomma "una seconda casa, un secondo mercato domestico",
perciò "vogliamo raddoppiarlo entro l'arco di piano e da due
anni cresciamo a doppia cifra. Sembra che le strategie messe in
atto per conquistarlo stiano pagando", conclude.
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