Un percorso formativo avanzato per
gestire gli interventi anti-inquinamento sia in mare che lungo
le coste, ma anche un lavoro di analisi e valutazione dei rischi
connessi all'inquinamento da idrocarburi per il bacino del Nord
Adriatico, che ha permesso di individuare le aree
particolarmente sensibili, così da dare priorità d'intervento in
caso di inquinamento marino accidentale.
Sono alcuni risultati di due anni di lavoro del progetto
transnazionale North Adriatic maritime incident response system
(Namirs), i cui rappresentanti di Italia, Croazia e Slovenia si
sono riuniti oggi nella sede dell'Iniziativa centro europea per
la conferenza finale.
Il segretario generale dell'Ince, Roberto Antonione, ha
ribadito - come riporta una nota - l'importanza della
cooperazione internazionale nell'affrontare i disastri
ambientali, augurandosi che un simile livello di collaborazione
possa essere esteso a tutto il mare Adriatico, e ha auspicato
che le istituzioni possano assicurare un quadro di
collaborazione permanente per la salvaguardia del mare Adriatico
e delle sue risorse. "È palese che le tematiche ambientali non
abbiano confini. Per questo nel prossimo futuro continuerà il
dialogo con il governo, in particolare con i ministri Pichetto
Fratin e Musumeci per far diventare questo progetto permanente e
Trieste", ha affermato l'assessore regionale alla Difesa
dell'ambiente, Fabio Scoccimarro.
Da parte slovena è intervenuto Rok Kamensek, a capo
dell'ufficio regionale del litorale dell'Amministrazione slovena
per la protezione civile e i soccorsi in caso di catastrofi,
rimarcando il ruolo cruciale giocato dalle attività di
formazione congiunte e regolari. Damian Dundovic, capo settore
per il Centro nazionale sulla sicurezza della navigazione presso
il ministero croato del Mare, dei Trasporti e delle
Infrastrutture, ha riaffermato il supporto della Repubblica
croata a progetti simili a Namirs e alla cooperazione
internazionale trilaterale per la salvaguardia del mar
Adriatico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA