"E' un libro che mescola due tempi
storici anche molto in contraddizione e in conflitto, il tardo
'500, una era glaciale, e un tempo storico che è quello nostro,
che stiamo attraversando, attraverso la figura di uno
storiografo che tenta di ricomporre pezzi della sua vita intorno
a un lago ghiacciato". Così Paolo Di Paolo ha descritto il suo
ultimo libro, "Romanzo senza umani", presentando alla libreria
Ubik, insieme con i giornalisti Alessandro Mezzena Lona ed
Elisabetta Pozzetto, Carlo Barbante Direttore dell'Istituto di
Scienze Polari del CNR e l'economista Francesco Magris.
Il libro interroga anche i disastri climatici in senso
assoluto e quelli legati alla nostra esistenza: "Abbiamo dentro
una climatologia interiore piena di smottamenti", indica Di
Paolo, il cui tema gli "sta più a cuore è la memoria, il
passato, di come facciamo fatica a ricomporre la nostra stessa
storia".
Magris si è soffermato sul "personaggio, che non interagisce
mai con gli altri uomini direttamente, da questo il titolo,
l'assenza degli umani". Il personaggio, infatti, "interagisce
con i suoi ricordi, con la gente che ha attraversato la sua
vita, tentando di capire cosa queste persone possono pensare
ancora di lui". E' un tentativo di "recuperare la propria
identità attraverso lo sguardo, ma non nelle persone che ci
circondano bensì di quelle che hanno attraversato la nostra
vita, con cui si cerca un ideale dialogo a distanza".
Infine, dopo gli anni glaciali, c'è il disgelo: "la salvezza,
la possibilità che le parole disgelino, escano dal grande
freddo", come conclude Di Paolo.
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