Non sono
particolarmente ottimisti rispetto al loro futuro, ma "pronti a
tutto per salvare il posto di lavoro". I lavoratori della
Wartsila a rischio licenziamento - circa 300 persone addette
alla produzione - sono arrivati alla spicciolata allo
stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste) per partecipare
all'assemblea sindacale, indetta dopo la mancata intesa al
tavolo Mimit con la multinazionale finlandese per il
prolungamento del contratto di solidarietà, scaduto il 31
dicembre.
Prima di varcare i tornelli e dirigersi in sala mensa, luogo
dell'appuntamento, trattenendosi con i giornalisti, in diversi
hanno ribadito la loro preoccupazione in merito al buon esito
della vertenza. A oggi "non c'è nulla di concreto - hanno
osservato - tante prese in giro e incertezze". L'azione di
Wartsila, hanno affermato, "è fuori da ogni logica". "Ci
aspettiamo il pugno duro del governo e della politica":
l'obiettivo è la reindustrializzazione del sito. "Siamo pronti a
tutto per salvare il posto di lavoro", dice qualcuno.
Nel frattempo, poco dopo le 14 è iniziata l'assemblea
convocata da Fim, Fiom e Uilm, a cui partecipano anche alcuni
esponenti delle segreterie nazionali. Il tema è la relazione
sull'ultimo incontro al Mimit. A quanto si apprende, sono circa
350 i lavoratori presenti, mentre numerosi, per lo più impiegati
in smart working, seguono il dibattito da remoto.
Fino al 31 gennaio, come da comunicazione aziendale, gli
addetti alla produzione sono esonerati dalla prestazione
dell'attività lavorativa.
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