"Ogni anno più di 5000 persone si
servono del centro di salute mentale del loro territorio e con
essi si calcola sono coinvolti almeno 10.000 familiari. A
Trieste ce ne sono 4 di centri, uno ogni 60.000 abitanti che,
benché impoveriti, ancora resistono all'ostilità ideologica
dell' assessore. Già Distretti e Consultori sono caduti sotto i
colpi di scellerate politiche regionali". Lo scrive lo
psichiatra Peppe Dell'Acqua in una lettera aperta per il nuovo
anno indirizzata al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza,
contestando le recenti dichiarazioni in materia di sanità.
Dell'Acqua, uno dei protagonisti dei "basagliani", critica
Dipiazza perché, "da 15 anni responsabile della salute di tutti
i triestini, almeno un atto politico avresti potuto fare di
fronte all'impoverimento del sistema! Tanto c'è il privato (che
avanza) che risponde alle pressanti domande dei cittadini, hai
detto!". Dell'Acqua ricorda a Dipiazza di essere l'autorità che
firma le ordinanze del trattamento sanitario obbligatorio,
"momento delicato e drammatico per la vita di quella persona e
della sua famiglia". "Mentre il governo regionale, e l'arroganza
del presidente, ha concluso ormai la sua azione di radicale
devastazione tu, Sindaco, non hai speso una sola parola a difesa
della organizzazione sanitaria della tua e nostra città -
prosegue - valutata e studiata dalle più accreditate istituzioni
scientifiche internazionali, ma soprattutto apprezzata dai
cittadini per la sua efficacia e vicinanza". Dell'Acqua ha
ricusato le critiche del sindaco ai "basagliani" che, per
Dipiazza, "chiedono centri di salute mentale per collocare in
posti di prestigio gli amici e gli amici degli amici", mentre
"le amministrazioni precedenti hanno largheggiato" nei presidi
territoriali: "ci sono più Dipartimenti di salute mentale,
Distretti e consultori che persone che ne fanno uso", riporta
Dell'Acqua.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA