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Pugilato: Chiancone, il campione gentile. 'Hermi, mio gemello'

Pugilato: Chiancone, il campione gentile. 'Hermi, mio gemello'

Un generoso tributo del pugile triestino al forte avversario

TRIESTE, 03 dicembre 2023, 19:09

Redazione ANSA

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Di spalle lo sfidante Yassin Hermi, di prospetto il detentore del titolo mondiale dei medi Luca Chiancone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di spalle lo sfidante Yassin Hermi, di prospetto il detentore del titolo mondiale dei medi Luca Chiancone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Di spalle lo sfidante Yassin Hermi, di prospetto il detentore del titolo mondiale dei medi Luca Chiancone - RIPRODUZIONE RISERVATA

TRIESTE (di Francesco De Filippo) Faccia pulita, modi garbati, premuroso sì mai esuberante, laureato, parla con linguaggio appropriato e fluente, corretto fino alla generosità nei confronti dell'avversario. Sembra più il ritratto di un giovane della comunità di Sant'Egidio che non quello di un pugile forte, caparbio, indomabile. Non viene dai bassifondi, non si è salvato la vita sfiancandosi a colpire il sacco in palestre che trasudano sangue e sudore piuttosto che a scontrarsi con avversari di strada; e non ha rivincite da prendersi, una cifra sociale da riscattare. Insomma, non ha nulla del boxeur tradizionale, faccia appiattita dai pugni, perenne sguardo di sfida. Luca Chiancone, pugile gentile, triestino di origini distanti come indica il cognome, si è confermato campione italiano dei pesi medi due sere fa dopo il secondo, durissimo, incontro con lo stesso sfidante, Yassin Hermi. E le parole della prima intervista sono state proprio per questi, di padre tunisino e madre fiorentina, che invece del boxeur alla Rocky ha esattamente tutto. "Umanamente siamo in disaccordo su molte cose e su molti modi di porsi, pugilisticamente però per me è un fratello, un gemello" addirittura. La descrizione di Chiancone è una fotografia inappuntabile: "Siamo uguali nel modo di incassare e nel modo di combattere, abbiamo tutti e due la mano pesante; lui aveva qualcosa in cui credere, io ho qualcosa in cui credere; lui doveva onorare la madre, io dovevo onorare mio nonno e mia nonna che sono morti la scorsa settimana e penso che entrambi lo abbiamo fatto nel migliore dei modi". E' vero: da bordo ring sembrano fratelli, qualche centimetro di differenza in altezza, entrambi senza capelli. Si distinguono perché di Hermi, classe 2002, non parla la bocca ma lo sguardo: una plateale provocazione al mondo, sillabe contratte e una vendetta da consumare. Concentrato sulla missione Luca, quasi sereno; 26 anni di cui 11 sui ring e una forza d'animo marmorea: "Se decidi di fare una cosa non ci sono piani B, ci sono solo piani A". E in questo A, rientrava la dimostrazione di essere il migliore. Dopo aver vinto il titolo in aprile per ko alla prima ripresa, in luglio lo ha difeso proprio da Yassin, anche lui un grande pugile. Un incontro finito pari, verdetto su cui si è polemizzato molto. Nella sua Trieste, dunque, Chiancone voleva che non ci fossero dubbi su chi comanda tra le corde. Ma prima doveva familiarizzare con il dolore: "La prima volta contro Yassin non avevo mai provato tanto dolore per i colpi". Allora è andato a Madrid a farsi spaccare la faccia da un fuoriclasse, così da rispondere con l'abitudine alla sofferenza. Per il resto, uguali anche nella commozione: entrambi a piangere dopo il verdetto, di felicità il vincitore sul ring, di rabbia e delusione l'altro, all'angolo, rannicchiato su se stesso. Sceso dal quadrato, ai microfoni dei giornalisti Chiancone è un fiume inarrestabile di parole; stempera la tensione snocciolando un'emozione dietro l'altra come poco prima aveva fatto con i colpi, riversando pugni sull' avversario e ricevendone in cambio altrettanti, solo uno in meno. E senza mai smettere di avanzare. Difficile vedere un pugile che dopo aver beccato per due volte colpi al mento ed essere finito ginocchia al tappeto, trovi da qualche parte una furia da trasmettere nei guantoni e dominare le ultime tre riprese delle dieci programmate. E non finisce qui. "Non ho dubbi: ci incontreremo, magari per il titolo europeo. Succederà molto presto". DO/ S41 QBXK

Un match intenso, durissimo, caratterizzato da continui ribaltamenti, ma alla fine Luca Chiancone conserva il titolo italiano dei pesi medi battendo ai punti lo sfidante Yassin Hermi. Il pugile triestino finisce col ginocchio a terra due volte alla prima e alla quinta ripresa, per due sinistri al mento d'incontro, subisce due conteggi ma si riprende senza conseguenze. Hermi, al contrario, più volte viene chiuso all'angolo sembra prossimo al ko ma riesce a tenersi in piedi. Ha il volto segnato dai frequenti e forti colpi ma non cede. Forse è più forte ma Chiancone è più preciso e più tecnico, e resiste meglio sulla distanza. Con un po' di mestiere in un caso di troppo, al sesto round, Hermi trattiene l'avversario e si becca una penalizzazione che gli mangia il vantaggio accumulato fino a quel momento. Il primo incontro tra i due, il 26 luglio scorso a Ferrara era finito pari e il titolo era rimasto a Chiancone, alla sua prima difesa da quando lo aveva strappato a Giovanni Rossetti in aprile con un ko alla prima ripresa. Chiancone per tutte e dieci le riprese avanza senza interruzione, trova un muro di jeb che lo stordisce e lo rallenta ma non arretra, anzi, continua ad andare avanti. E negli scambi ravvicinati ha sempre il pugno più pesante dello sfidante. Infine, prima del verdetto, Chiancone piange davanti alla sua Trieste che ha tifato senza sosta, ma anche Hermi piange.
   

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