L'Ucraina, dove si nasce nei
sotterranei degli ospedali, la crisi economica dell'Afghanistan
e gli 8 milioni di persone che vivono in situazione di emergenza
alimentare, l'Argentina in cui ancora si cercano i bambini
rapiti dopo il golpe del 1976, il nord-est della Siria, dove
donne straniere sono detenute assieme ai loro figli, la società
più evoluta che lascia i ragazzi liberi di navigare nella rete
sempre più insidiosa: sono i temi vincitori del XX Premio
Luchetta, consegnati oggi nel corso di una cerimonia al Teatro
Miela.
A realizzare i servizi giornalistici premiati sono stati
rispettivamente Vincenzo Frenda (vincitore per la categoria TV
News), Marco Gualazzini (categoria Fotografia), Elena Basso
(Stampa Italiana), Celine Martelet (Stampa internazionale) e
Sabrina Carreras, Lisa Iotti, Irene Sicurella e Antonella
Bottini (Reportage).
Il premio è organizzato dalla Fondazione Luchetta Ota
D'Angelo Hrovartin, impegnata da due decenni al fianco dei
giornalisti che documentano l'infanzia violata e minacciata.
La presidente della Fondazione, Daniela Luchetta, ha parlato
di "persone motivate, che hanno messo il cuore nei lavori
presentati. Sono orgogliosa che, con il Premio intitolato a
Marco, la Fondazione li abbia valorizzati".
Fabiana Martini, segretaria della giuria, facendo proprio lo
slogan del Washington Post ha detto che "senza informazione la
democrazia muore, e anche l'umanità, aggiungo. Questi lavori
giornalistici hanno il merito di dar voce a bambine e bambini
che rischiano di restare invisibili, che sono spariti anche
dall'agenda dell'informazione e della politica del nostro Paese.
L'informazione e la conoscenza ci danno potere, l'informazione
ci aiuta a decidere".
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