Un invito pressante a 'cessare il
fuoco' ed avviare negoziati per la pace. E' stato lanciato ieri
nel corso della prima serata del Premio Luchetta, tre giorni
dedicati soprattutto ai bambini che soffrono. Il Premio è
organizzato dalla Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo, Hrovatin,
dedicato alla troupe Rai uccisa da una granata a Mostar nel
1994.
All'appello del cessate il fuoco si sono uniti una
giornalista palestinese Rawan Odeh e un giornalista e attivista
israeliano Haggai Matar, entrambi in videocollegamento. "La
situazione era già tesa prima del 7 ottobre - racconta Odeh -
L'esercito ora arriva di notte e chi viene trovato in strada
viene arrestato; i soldati entrano anche nelle case. Parte della
Palestina crede in un accordo ma io ho difficoltà a pensare al
futuro. Ma non posso vivere lontana dalla Palestina".
Per Matar "gli atti di Hamas sono criminali ma al contempo si
deve incondizionatamente cessare il fuoco, a prescindere dai
negoziati. E' un momento di enorme difficoltà per i popoli da
entrambi i lati". Matar parla di "olocausto e apartheid";
"Netanyahu non ha grande popolarità però il suo partito, il
Likud, è il più votato".
Di persona al Museo Revoltella, tra gli altri sono
intervenuti Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento
europeo, e i giornalisti Anna Maria Selini, autrice del podcast
"Oslo 30. Illusione della pace", e Francesco Battistini, inviato
del Corriere della Sera e scrittore. Selini ha ricordato che
"gli accordi di Oslo dovevano portare non proprio alla nascita
dei due stati ma alla cosa più simile mai conosciuta".
Battistini: "Questa è la guerra più lunga di Israele";
Netanyahu "ha fatto un grave errore strategico, l'ennesimo:
intervenire subito. Si è alienato gran parte del consenso
internazionale e non sono liberi gli ostaggi".
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