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Dal Premio Luchetta l'invito a cessate il fuoco in Medio Oriente

Dal Premio Luchetta l'invito a cessate il fuoco in Medio Oriente

Giornalisti inviati e testimonianze da Palestina e Israele

TRIESTE, 18 novembre 2023, 10:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un invito pressante a 'cessare il fuoco' ed avviare negoziati per la pace. E' stato lanciato ieri nel corso della prima serata del Premio Luchetta, tre giorni dedicati soprattutto ai bambini che soffrono. Il Premio è organizzato dalla Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo, Hrovatin, dedicato alla troupe Rai uccisa da una granata a Mostar nel 1994.
    All'appello del cessate il fuoco si sono uniti una giornalista palestinese Rawan Odeh e un giornalista e attivista israeliano Haggai Matar, entrambi in videocollegamento. "La situazione era già tesa prima del 7 ottobre - racconta Odeh - L'esercito ora arriva di notte e chi viene trovato in strada viene arrestato; i soldati entrano anche nelle case. Parte della Palestina crede in un accordo ma io ho difficoltà a pensare al futuro. Ma non posso vivere lontana dalla Palestina".
    Per Matar "gli atti di Hamas sono criminali ma al contempo si deve incondizionatamente cessare il fuoco, a prescindere dai negoziati. E' un momento di enorme difficoltà per i popoli da entrambi i lati". Matar parla di "olocausto e apartheid"; "Netanyahu non ha grande popolarità però il suo partito, il Likud, è il più votato".
    Di persona al Museo Revoltella, tra gli altri sono intervenuti Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento europeo, e i giornalisti Anna Maria Selini, autrice del podcast "Oslo 30. Illusione della pace", e Francesco Battistini, inviato del Corriere della Sera e scrittore. Selini ha ricordato che "gli accordi di Oslo dovevano portare non proprio alla nascita dei due stati ma alla cosa più simile mai conosciuta".
    Battistini: "Questa è la guerra più lunga di Israele"; Netanyahu "ha fatto un grave errore strategico, l'ennesimo: intervenire subito. Si è alienato gran parte del consenso internazionale e non sono liberi gli ostaggi".
   

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