Un uomo folle e unico, che attraverso le sue opere parla a tutti con immediatezza e genuinità. Un uomo e artista dalla vita travagliata, che fugge dall'inferno della realtà riscattandosi con la pittura, fino a commuovere e intenerire. Un genio creativo, quello di Antonio Ligabue, che si svela a Trieste, in una mostra antologica di oltre 60 opere, tra oli, disegni e sculture. L'esposizione sarà visitabile dall'8 novembre al 18 febbraio al Museo Revoltella.
Il percorso a tappe si allontana dall'arcinoto Ligabue dello sceneggiato degli anni '70 per avvicinarsi al Ligabue pittore espressionista e narrarne così l'evoluzione artistica scandita da tre diversi periodi: quello delle incertezze (1927-1939), come spiega uno dei curatori, Francesco Negri; quello della luce, con opere "colme di materia" (1939-1952); e infine un terzo periodo, in cui la produzione è densa, curata nel dettaglio (1952-1962).
Tra le sale del Revoltella si possono così incrociare pennellate corpose che danno vita a paesaggi, galli, fiere e intensi autoritratti. Ma anche una motocicletta rossa, "simbolo del successo raggiunto". Tra i capolavori esposti vi sono Carrozzella con cavalla e paesaggio svizzero, Autoritratto con sciarpa rossa, Ritratto di Marino.
La mostra è promossa e organizzata dal Comune di Trieste, con il supporto di Trieste Convention and visitors bureau e PromoTurismo Fvg; è prodotta da Arthemisia in collaborazione con Comune di Gualtieri e fondazione Museo Antonio Ligabue. I curatori sono Francesco Negri e Francesca Villanti.
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