"Penso che le organizzazioni
terroristiche strutturate non utilizzino l'emigrazione
irregolare, quindi i barconi o la rotta balcanica, e che ci
siano piuttosto alcune persone entrate in questo modo che
possono poi intraprendere percorsi di radicalizzazione.
Personalmente considero l'apertura delle frontiere motivo di
orgoglio e impegno per costruire un'Europa unita e spero che
l'abolizione di Schengen possa essere superata nel breve". Lo ha
detto Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, nel
corso di un dibattito con la giornalista della Rai Giovanna
Botteri a Link Mediafestival.
Il dibattito si è svolto dopo che a Fontana è stato
consegnato il Premio Crédit Agricole Testimoni della Storia.
Il giornalista ha parlato del Corriere nel quale profonde
"l'impegno quotidiano per il perseguimento di equilibrio,
correttezza e onestà, punti cardinali cui si deve affidare chi
fa informazione nel delicato momento che stiamo attraversando".
Lo sforzo è nel fare un giornale che "non sia uno specchio in
cui ritrovare proprie convinzioni, ma un giornale che possa
aprire orizzonti, offrire nuovi punti di vista".
Sollecitato su un commento per quanto sta accadendo in Medio
Oriente, ha indicato che "il nostro compito è raccontare la
verità,
osservare la realtà per quella che è cercando di interpretare
anche le cose che non possiamo
vedere". Il 7 ottobre è accaduto "non un atto di guerra ma una
azione terroristica di massa che ha deliberatamente mirato a
eliminare donne, bambini e uomini perché ebrei. Sulla reazione è
necessaria la misura giusta rispetto ai propri obiettivi, dal
mio punto di vista quello di sradicare il terrorismo di Hamas,
Israele dovrà tenerne conto", ha concluso.
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