Gli anni '80 sono gli anni d'oro
della pubblicità in Italia e anche l'ultima stagione
dell'illustrazione disegnata a mano: l'utilizzo del computer
poco più tardi avrebbe cambiato le regole. Gli illustratori che
all'epoca avevano perizia con pennarelli, pastelli, pennelli,
acrilico, aerografi, si consideravano - qualcuno a ragione - più
vicini all'arte che non alla produzione. È il caso di tre grandi
- Giampaolo Amstici, Giuliano Bartoli e Tomislav Spikic - a cui
è intitolata a Trieste la mostra Tre Moschettieri.
Conclusa l'esperienza della pubblicità, infatti, i tre -
nella vita amici e antagonisti, tutti dell'area giulio-istriana
- si sarebbero dedicati alla pittura. La mostra, aperta fino a
settembre al Museo della civiltà istriana fiumana dalmata, ha un
secondo significato: fare un bilancio a 40 anni esatti da una
precedente mostra, La Matita Fedele, allestita sempre a Trieste.
All'epoca i tre operavano a Milano, "erano gli anni della
'Milano da bere', dell'ottimismo in ascesa dopo il buio degli
anni di piombo; anni che furono il top per le agenzie di
pubblicità e loro erano molto in sintonia con quel mondo
comunicativo", spiega Roberto Curci che curò quella mostra e
cura anche questa.
Il triestino Amstici (1946-2014), l'istriano (Isola d'Istria,
1946) Bartoli (che poi lavorò con la compagna Paola Patrizia
Elli) e lo zagabrese di madre triestina Spikic (1932) crearono
per marchi, prodotti nazionali e internazionali, dando paradigmi
alla pubblicità e segnando l'immaginario collettivo italiano,
che si trattasse delle storielle di Dolce mammina per le
caramelle e il miele Ambrosoli, del Babbo Natale per Algida o
per i supermercati Sidis, delle confezioni per i nuovi profumi
di Gianni Versace, degli gnomi per le galosce Superga o del
Gulliver per la EniChem.
In questi 40 anni è cambiato il mondo, dalle tempere alla
computergrafica. Non si è trattato soltanto di tecnica: è
cambiato lo spirito. A confermarlo è ancora Curci: "Rispetto
agli anni '80, c'è stata una mutazione: all'epoca la pubblicità
era affabile, si usavano le mani, oggi invece è invasiva,
aggressiva".
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