(ANSA) - ROMA, 28 FEB - "Io glielo dirò, domani, cosa avete
fatto. Entrerò in classe e leggerò ai miei studenti le
dichiarazioni del ministro che ha detto: ''Io non partirei se
fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità'.
Le leggerò e mi siederò lì ad ascoltare cos'hanno da dire. Hanno
dodici anni, i miei studenti. Ed è giusto che sappiano".
Inizia così un lungo post di Enrico Galiano, docente e
scrittore, riferendosi alla tragedia avvenuta domenica davanti
alle coste di Crotone. Galiano, nato a Pordenone nel 1977,
insegnante in una scuola di periferia, autore della webserie
Cose da prof, che ha superato venti milioni di visualizzazioni
sui social e che ha dato il via al movimento dei #poeteppisti,
flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie, ha
parole dure contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ma
non solo.
In un post di oggi Galiano scrive: "Alla fine della lezione
dove abbiamo parlato di quel che è successo domenica mattina,
dopo aver letto gli articoli e ascoltato le parole delle
istituzioni, una ragazza di prima media ha detto: 'Ma prof,
com'è possibile che noi abbiamo dodici anni e vediamo benissimo
che queste cose sono sbagliate, mentre loro che sono grandi
no?". "Non ho risposto, perché una risposta non ce l'ho",
commenta il docente e scrittore, che nel post di ieri
polemicamente scriveva ancora: "Lo vedranno da soli (i giovani
studenti ndr) che avete fatto arrestare chi voleva salvare delle
persone. Che avete scritto e detto cose orrende, che avete
l'anima sporca di parole che nessuno potrà cancellare.
Glielo dirò che avete costretto in porto le navi che avrebbero
potuto salvarli. Glielo dirò che sono anni che usate la vita
delle persone per raccattare quattro voti in più. Glielo dirò
che cosa avete fatto. Cosa abbiamo fatto, in realtà. Perché
siamo tutti responsabili". "Glielo dirò - proseguiva - che
quelli che c'erano prima non erano così diversi, solo che
sapevano nasconderlo meglio. E mandatemi la Digos, mandate chi
volete, toglietemi la cattedra, la classe. Alla fine è tutto
quello che sapete fare: usare la forza con i più deboli. Con
quelli davvero forti non ci provate neanche. Sospendetemi pure:
voglio poter dire a mia figlia, quando sarà grande e vedrà cosa
stava succedendo in questi giorni, in questi anni, quando mi
chiederà dov'ero, voglio l'orgoglio di poterle rispondere, a
testa alta: dall'altra parte". (ANSA).