Solo il 25% dei primi 100 top
influencer su Instagram presi in esame nel periodo compreso tra
il 24 febbraio e il 21 marzo 2022 si sono esposti sul conflitto
(dato equivalente su Tik Tok, 14%), condannando la guerra ed
esprimendo sostegno al popolo ucraino con messaggi e azioni di
solidarietà - fatta eccezione per la polemica tra i Måneskin e
Chef Rubio che ha alzato i toni, rappresentando però solo l'1%
sui 675 mila contenuti che parlavano di guerra. Lo rivela
un'analisi di Intwig, società di Data-Intelligence per Parole
O_Stili, la cui quinta edizione, sul tema delle "scelte", si
conclude oggi con le testimonianze di giornalisti, creator e
influencer dove i social diventano uno dei principali media di
informazione.
Su questo tema è intervenuta la giornalista Cecilia Sala
spiegando il significato del fare social journalism attraverso
le storie del conflitto russo-ucraino e dell' Afghanistan e
rispondendo alla domanda su perché abbia "scelto di andare
quando tutti scappavano".
Francesca Vecchioni, figlia d'arte e fondatrice
dell'associazione no-profit Diversity Lab, ha parlato del
corretto uso dei linguaggi di genere per favorire una visione
del mondo che consideri la molteplicità e le differenze come
valori e risorse preziose per le persone e le aziende. Dati Swg
2022 rivelano che gay (+7% rispetto al 2019), donne (+4%) e
migranti (dato invariato) sono i principali bersagli dell'hate
speech con un lieve aumento rispetto al 2019. Crescente l'odio
verso i medici (+8%) in seguito alla loro eccessiva esposizione
durante il periodo pandemico.
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