Anche i componenti della famiglia
di kosovari aggrediti nella sparatoria di sabato mattina in
centro a Trieste avevano un'arma da fuoco. Secondo quanto si
apprende da fonti inquirenti, dai fotogrammi dell'evento già
visionati dalla Polizia si vede uno di loro impugnare una
pistola. Non ci sono elementi allo stato che indichino che
l'arma sia stata utilizzata.
L'uomo è una delle quattro persone già arrestate sabato a
Trieste. Gli altri cinque, tre arrestati nel capoluogo giuliano
e i primi due fermati nei pressi di Monfalcone (Gorizia),
appartengono invece tutti alla famiglia rivale che ha
organizzato la spedizione punitiva.
Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sullo stato
delle indagini in relazione alle armi da fuoco impugnate e
utilizzate nel corso dell'evento. In merito alle due persone
fermate poco dopo l'azione nei pressi della barriera
autostradale del Lisert, che ricade nel distretto giudiziario di
Gorizia, il gip del Tribunale locale ha convalidato oggi i
provvedimenti di fermo e disposto la custodia cautelare in
carcere per entrambe. Il fascicolo passerà ora alla Procura di
Trieste, probabilmente già nella giornata di domani.
Il gip del Tribunale di Trieste si è riservato invece la
decisione sulla convalida degli altri quattro arresti. I quattro
sono attualmente detenuti uno in carcere al Coroneo, due a
Tolmezzo e uno a Udine. Alle udienze ha preso parte il sostituto
procuratore Chiara Degrassi.
"Non intendiamo rilasciare commenti su quanto emerso in
udienza. Attendiamo la decisione del giudice", si limita a
riferire il Procuratore capo Antonio De Nicolo.
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