Sessant'anni di ininterrotta
attività sportiva. Le festeggia oggi Claudio Sterpin, atleta di
razza, che dà l'addio all'agonismo . "Un Ulisse di nome
Sterpin", "L'etiope di Trieste", "Il marciatore senza paura",
"Il camminatore", "Le Moser de la marche", "L'homme de
l'Adriatique", "Il cammello" sono alcuni dei soprannomi che
nella sua lunga carriera si è guadagnato. Sterpin è l'uomo
coraggioso e visionario, prima che un atleta fuori dal comune, è
nato il 22 marzo 1939 e per celebrare questo anniversario
percorrerà un giro di pista, provando velatamente a marciare
negli ultimi 60 m, al Grezar, uno degli scenari in cui ha
realizzato alcune delle sue imprese. Queste alcune delle tappe
della sua formidabile carriera: nel 1969 la Torino-S.Vincet come
prima 100 km, quattro anni più tardi l'esordio in una 24 h su
pista al Grezar, nel 1975 il primato mondiale della 4x100 km
raggiunto assieme a tre inseparabili amici e sognatori, il suo
record italiano nel 1986 con 216,621 km percorsi in 24 h, le
avventure alla mitica Parigi Colmar di 520 km tutti marciati e
l'esordio in nazionale a 61 anni nel 2001 ai Mondiali di 24 h
dopo che le prove di ultramaratona e ultramarcia sono state
riconosciute dalle federazioni di atletica ». Nella vita di
Claudio Sterpin c'è stato e c'è un grande amore, sincero e
profondo: oggi si chiama Trieste Atletica e prima si chiamava
Marathon Trieste, creatura nata nel 1975 a cui lo stesso
Sterpin dedica queste parole: "Nella mia carriera ho avuto la
possibilità di lasciare questa città e questa squadra ma non ce
l'ho mai fatta perché ancora oggi rivedo quella prima sede in
cui ci trovavamo tutti i giovedì per parlare tra veri amici".
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