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ANSA/ Per 'prendersi cura' del mondo servono più donne leader

A Expo Dubai, progetto di ricerca di Fondazione Capp e UniCatt

Redazione ANSA DUBAI

(ANSA) - DUBAI, 06 MAR - Per potersi "prendere cura" davvero del mondo e renderlo un posto equo, inclusivo e sostenibile, servono più donne in posizioni di leadership a livello istituzionale, aziendale e accademico. E' da questa consapevolezza che parte "More Women leadership for a better world: care as a driver for our Common Home", progetto internazionale di ricerca nato per iniziativa della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice (Capp) e di Sacru, network internazionale di atenei cattolici di cui l'Università Cattolica del Sacro Cuore è capofila. Il progetto è stato presentato al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai in un dibattito di esperti che hanno raccontato sfide e best practice sul tema della diversità di genere.
    Il progetto di ricerca mira a individuare un nuovo modello solidale di inclusione e di sviluppo sostenibile che fa perno sull'accresciuta presenza di donne nei ruoli decisionali. I ricercatori intendono, con un approccio multidisciplinare, individuare gli ostacoli che impediscono l'accesso delle donne ai ruoli apicali nelle imprese e nella società e proporre alcune raccomandazioni su come migliorare la situazione. La ricerca sarà condotta in dieci Paesi, e i risultati finali saranno presentati dopo l'estate presso la Santa Sede.
    "C'è una parola chiave nel titolo dell'incontro di oggi: "cura". Alla base di questo titolo c'è una connessione tra leadership femminile e "cura", quest'ultima, si spera, una caratteristica specifica della prima. La cura, come sappiamo, ha diverse sfumature di significato: cura l'uno dell'altro, cura del pianeta, ma anche cura delle istituzioni, comprese le università", ha detto il rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli. "Noi, donne e uomini, siamo tutti chiamati a "prenderci cura" e prendersi cura", ha sottolineato.
    "Le situazioni attuali, caratterizzate da crisi sanitaria, climatica e sociale, richiedono nuove figure di leadership con una visione di lungo periodo e sensibilità a diversità, inclusione e sostenibilità. Leader guidati dalla competizione cooperativa. Queste sono le caratteristiche delle donne", ha detto la presidente della Fondazione Capp, Anna Maria Tarantola, ricordando che "le donne sono ancora soggette a discriminazioni, pregiudizi, stereotipi e violenze che ne impediscono lo sviluppo". Un "maggiore coinvolgimento" delle donne "nelle posizioni apicali e la loro presenza nel processo di ricostruzione post-pandemia possono facilitare il raggiungimento del nuovo modello di sviluppo oggi necessario, e di un nuovo mondo equo, inclusivo e pienamente sostenibile proposto da Papa Francesco", ha sottolineato.
    L'evento, che precede di due giorni la Giornata Internazionale della Donna, è stato occasione di dibattito sulla diversità di genere nel mondo imprenditoriale e della ricerca.
    Pier Sandro Cocconcelli, prorettore dell'Università Cattolica, ha raccontato lo squilibrio che si crea nel percorso delle donne nel mondo accademico italiano ed europeo, che passano dall'essere il 60% delle lauree al 15% delle posizioni di rettore. "Per migliorare" la diversità di genere nella ricerca "servono politiche simili a quelle delle aziende", ha sottolineato. Il punto di vista delle imprese è stato portato da Silvia Rigato, managing director di Accenture, azienda che ha fissato un target di diversità di genere del 50% nella forza lavoro entro il 2025 "e siamo molto vicini a raggiungerlo". Ma "questi target non cambiano la mentalità, ciò che è importante è che un'azienda crei una cultura di uguaglianza". In questo senso, "tutto parte dalla leadership" ma "il focus deve essere la creazione di un ambiente di empowement" nel posto di lavoro.
    Al dibattito sono intervenute inoltre Isabel Capeloa Gil, rettore dell'Universidade Catòlica Portuguesa e Lisa Sowle Cahill, professoressa di Etica del Boston College. (ANSA).
   

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