(ANSA) - DUBAI, 22 OTT - Mapei è una azienda italiana in
terra araba; sfruttando l'opportunità offerta dal governo
emiratino ha di recente rilevato il 100% della sua attività,
confermando il proprio interesse a continuare a investire
nell'area del Golfo. Lo racconta Veronica Squinzi,
amministratore delegato insieme al fratello Marco, di Mapei,
industria italiana che produce prodotti chimici per l'edilizia.
E proprio qui a Dubai, approfittando di una recentissima legge
emiratina che per determinati settori e in circostanze
specifiche, permette di essere proprietari di attività fuori
dalla freezone, ha fatto questo passo ed oggi l'italiana Mapei è
una delle prime società produttive, italiana al 100%, negli
Emirati Arabi.
Veronica Squinzi è stata invitata a parlare al Padiglione
delle Donne all'Expo di Dubai della sua esperienza, come
imprenditrice donna di una azienda internazionale, ma dal cuore
e della testa italiana, che ha dato tanto al mondo arabo.
Fattura 2,8 miliardi di euro nel mondo, una cifra enorme se si
pensa che si tratta di una impresa familiare, cioè non quotata e
che è guidata dalla terza generazione della famiglia Squinzi.
Negli Emirati Arabi, Mapei è tra i più importanti
investimenti produttivi italiani e ha la più grossa fabbrica
produttiva, con 150 persone che vi lavorano, dove da prima che
diventasse un obiettivo da perseguire anche a livello
istituzionale negli Emirati, la Squinzi ha sempre provato a
superare il gander gap e a promuovere la diversità con una
politica chiara: "Noi promuoviamo il merito - dice all'ANSA -
per cui abbiamo scelto come capo del medioriente (e Africa) un
uomo, Stefano Iannaccone, che è italiano, nonostante preferiamo
scegliere manager locali, ma lui vive in questa parte del mondo
da oltre 15 anni, e però le manager che lo affiancano sono
donne", come ad esempio Marwa El Moniery, marketing manager,
donna ed egiziana, della Mapei Costruction Chemicals, il più
grosso investimento produttivo italiano negli Emirati Arabi.
"Dietro questa sabbia c'è il lavoro di Mapei", dice ancora
Veronica Squinzi, mentre saliamo le scale mobili del Padiglione
Italia ad Expo, che portano al primo piano e poi si comincia un
percorso, che attraversa un Padiglione che in gran parte è
realizzato dal lavoro di Mapei. Sono loro le materie che
ricoprono duna e passerella del nostro Padiglione, usando la
sabbia del deserto emiratino, il caffè nero e la polvere di
bucce d'arancia arancione che creano un percorso sensoriale al
suo interno. "Noi facciamo un lavoro dietro le quinte ma
estremamente importante - ci dice la Squinzi, guardandoci dritti
negli occhi, perché non è semplice far capire il loro ruolo,
cruciale - "Noi rendiamo concreto, realizziamo fattivamente
quello che i creativi, gli architetti, sognano ed immaginano".
Mapei è non è presente solo qui nel Padiglione Italia, ma ben
in oltre 50 altri Padiglioni dell'Expo. Il lavoro dell'azienda
italia è presente nei pavimenti, nel rivestimento e nella
costruzione di gran parte di quello che un visitatore trova ad
Expo. Il tutto a km zero, grazie al loro stabilimento produttivo
qui a due passi dall'Expo di Dubai.
All'interno di Expo, l'italiana Mapei ha fornito soluzioni
per le pavimentazioni in resina e cemento, per la posa di
ceramica e marmo, per le finiture murali e per le soluzioni
impermeabilizzanti. (ANSA).