(ANSA) - MILANO, 30 SET - L'Italia vanta una positiva
relazione economico-finanziaria con gli Emirati Arabi Uniti. A
evidenziarlo, in vista dell'Expo Dubai in partenza a ottobre, è
Sace, che riferisce come il 2021 vedrà l'export di beni verso il
Paese ripartire dopo la contrazione dell'anno scorso, per
proseguire nei prossimi anni con un tasso di crescita per il
2022 del 9,5% (+5,4% il dato complessivo). A far da traino, fin
da quest'anno, saranno i beni di investimento (+17,6%), in
particolare la meccanica strumentale (+14,8%) che beneficerà dei
piani di diversificazione del governo per trasformare la
Federazione in un hub manifatturiero.
La ripartenza, viene rilevato in un'analisi di Marina
Benedetti e Giovanni Salinaro, poggerà anche su settori non
strettamente legati al Made in Italy tradizionale, ma ad alto
contenuto tecnologico (come le tecnologie in materia agricola
che permetteranno al Paese di ridurre i problemi di
approvvigionamento alimentare di cui soffre): in quest'ottica
rientra proprio il tema di Expo Dubai, "Connecting Minds,
Creating the Future", dove l'Italia con il padiglione Beauty
Connects People porterà la bellezza italiana non solo
tradizionale. Altri motori della ripresa saranno le energie
rinnovabili, l'aerospazio e il settore sanitario (biomedica e
farmaceutica) sulla cui digitalizzazione dei servizi il governo
sta accelerando. Senza dimenticare settori già consolidati come
energia e industria pesante. Il fattore Expo guiderà il
recupero, seppur ancora parziale, del nostro export di beni di
consumo (+14,4% nel 2021) e la ripresa dell'agroalimentare
(+18,4%).
Segnali molto positivi arrivano dai primi sei mesi dell'anno,
secondo cui l'export italiano verso la Federazione è aumentato
non solo nei confronti del 2020, ma anche rispetto allo stesso
periodo pre-pandemia (+4,4% gennaio-giugno 2021 rispetto alo
stesso periodo del 2019), attestando gli Emirati Arabi Uniti
come un mercato di sbocco ricco di opportunità, da cogliere
soprattutto nel comparto dei mezzi di trasporto (+32,8%
tendenziale), della gomma e plastica (+20,1%), della meccanica
strumentale (+16,8%) e degli altri altri consumi (+16,2%).
(ANSA).