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La Commissione europea svela il pacchetto clima 2030. Il Green Deal prova a passare dai target alla realtà

La Commissione europea svela il pacchetto clima 2030. Il Green Deal prova a passare dai target alla realtà

La presentazione delle misure e il primo scontro sul progetto di Ets per i trasporti su gomma e gli edifici danno inizio al dibattito

22 luglio 2021, 15:22

Redazione ANSA

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenta il pacchetto clima 2021 © ANSA/EPA

Il pacchetto è pronto, ma la consegna sarà lunga, complessa e probabilmente accidentata. La Commissione europea ha presentato i 17 testi legislativi e documenti strategici che compongono il pacchetto clima-energia battezzato "Fit for 55". E' un bel pezzo di Green Deal che passa dai discorsi sui target a medio e lungo termine alle misure per raggiungerli. Perché l'Ue vuole essere non solo il primo continente a fissare un obiettivo vincolante di neutralità delle emissioni al 2050, ma anche il primo a indicare come si può fare. A cominciare dal traguardo del 2030, cui l'Ue vuole arrivare con il 55% di emissioni in meno rispetto al 1990.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il pacchetto come "un'architettura globale per le nostre ambizioni climatiche"

In questo numero della Newsletter proviamo a riassumere i documenti, tutti collegati tra loro come le celle di un alveare. Due gli elementi distintivi: l'ampliamento delle attività coperte dal prezzo del carbonio attraverso meccanismi di mercato regolato, e una "manovra a tenaglia" su trasporti ed edifici, i settori in cui gli sforzi per tagliare le emissioni degli ultimi decenni sono stati vani. La direttiva sulla perfomance energetica degli edifici, in arrivo in autunno, completerà il quadro per il secondo aspetto.

L'architettura è perfetta sulla carta. Ma prefigura una trasformazione industriale che non sarà facile, né indolore. "Sarà dannatamente dura, ma possiamo farlo", è il mantra – da mesi – del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.

Il dibattito è già cominciato e lo scontro sarà epico. Il collegio dei Commissari si è diviso, come succede con tutte le grandi decisioni. Ma più di altre volte i suoi componenti hanno tenuto a farlo sapere all'esterno. Il responsabile al bilancio Johannes Hahn ha votato contro il pacchetto e altri sei hanno espresso una riserva sul suo possibile impatto sociale, in particolare a causa del mercato Ets per trasporti ed edifici.

Con questo sistema, avvertono, avremo i gilet gialli in tutta Europa e la colpa ricadrà sull'Ue. "La faute à l'Europe". Lo sostiene anche Pascal Canfin, influente presidente della Commissione ambiente dell'Europarlamento. Il prezzo della CO2 su carburanti e riscaldamento, dice l'eurodeputato dello stesso partito di Emmanuel Macron, "lo vuole solo la CDU".

A parlare con i tedeschi tutto passa dal mercato regolato. A parlare con i francesi quel mercato è un rischio inutile, per arrivare alle emissioni zero bastano il prezzo del carbonio alle frontiere e i vincoli su emissioni ed efficienza a produttori di auto e costruttori edili. Non è solo Francia-Germania. I francesi trovano insoliti alleati nei Paesi cosiddetti 'frugali', Olanda in testa, che non si fidano del nuovo Ets perché alimenta un fondo sociale, che i fautori dell'austerità avrebbero voluto legare al prossimo patto di stabilità. Idea respinta in extremis nell'ultima, lunga, riunione del collegio.

Lo scontro è solo all'inizio. Sul fronte interno, altri problemi sorgeranno sulla definizione delle bioenergie come rinnovabili, cruciale per i Paesi del Nord. E dalla modifica del fondo di modernizzazione dell’Ets, che potrebbe non finanziare più il gas di transizione, scatenando le ire dei Paesi dell'Est. E poi si dovrà convincere gli Usa, il Wto e partner commerciali come Turchia, Russia, Cina che la misura del pacchetto che prevede di fissare un prezzo all'ingresso nel mercato Ue per la CO2 di alcuni prodotti non è protezionismo. 

A essere ottimisti ci vorrà almeno un anno e mezzo affinché Europarlamento e Stati membri possano definire i rispettivi emendamenti su tutti i testi regolamentari. Poi le istituzioni Ue dovranno cominciare a negoziare, per cercare di trovare un punto di incontro. Le nuove norme potrebbero vedere la luce non prima del 2023-2024, ultimo anno del mandato von der Leyen. Il pacchetto è pronto, per la consegna ci saranno tempi lunghi.

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