"In merito alla firma di oggi
del Trattato del Quirinale, nonostante i toni trionfalistici ai
quali siamo ormai abituati, restano perplessità sia sul metodo
che sul contenuto. Sul metodo perché è vero che ora dovrà essere
ratificato dal Parlamento italiano, ma purtroppo arriva già
pre-confezionato senza che ci sia stato un confronto chiaro sui
contenuti. Sul contenuto sarebbe utile capire in concreto in che
modo si declinerà questa cooperazione rafforzata in molti dei
settori individuati: dagli affari esteri alla sicurezza e
difesa, allo spazio, alla cooperazione economica, industriale e
digitale". Così in una nota il copresidente del gruppo Ecr al
Parlamento europeo Raffaele Fitto.
"Ricordo solo che la Francia è stata il primo investitore
straniero in Italia nel 2019, mentre gli investitori italiani
sono solo all'ottavo posto nel Paese d'oltralpe; che diversi
gruppi italiani sono stati oggetto di acquisizioni da parte di
gruppi francesi e che su tematiche fondamentali, in primis la
politica estera, la Francia è stata il principale competitor
degli interessi italiani nel recente passato. Occorre quindi
fare chiarezza sugli obiettivi di questo trattato e sui benefici
per l'Italia, e soprattutto evitare che sia l'ennesimo tentativo
di subordinare gli interessi di Roma a quelli di Parigi",
conclude Fitto.
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