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Migranti: Jahier (Cese), no slogan, trovare soluzioni concrete

Redazione ANSA KRYNICA ZDROJ

KRYNICA ZDROJ (POLONIA) - "La soluzione è parlarne di meno per slogan e sedersi di più ad un tavolo e trovare delle concrete soluzioni intorno a una questione complessa nei tempi che viviamo e che non potrà che crescere". Lo ha detto all'ANSA il presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese), Luca Jahier, a margine della tavola rotonda 'Crisi migratoria e integrità dell'Ue: è possibile trovare una posizione comune?' al 29/o Forum economico di Krynica Zdròj (Polonia), la cosiddetta Davos dell'Est Europa, con oltre 4.500 partecipanti tra politici, esperti di economia e manager.

"La questione della migrazione - ha spiegato - crescerà per due ordini di motivi, uno perché c'è una domanda crescente di lavoro in settori chiave nella nostra società, anche se molto differenziata da paese a paese, di forza lavoro che non si trova all'interno dello stesso paese o all'interno dell'Europa, quindi c'è una domanda di lavoro che viene da fuori Europa. È il caso anche di questo paese, la Polonia, che ha una stima di fabbisogno di 4 milioni di lavoratori nei prossimi anni, e la maggior parte pensa di trovarli nei paesi dell'Est, non considerando che questo avrà comunque un impatto sul bilanciamento della popolazione all'interno".

"La seconda questione - ha aggiunto - è che il numero di crisi intorno a noi sta aumentando: siamo stati completamente sciocchi nel non considerare che la guerra in Siria con sei milioni di persone disperse o rifugiate potevano lasciarci estranei. Non solo. Abbiamo pensato che non sostenendo per anni l'Unhcr, che è la società di fondi per mantenere i campi profughi, la gente l'abbiamo presa e poi abbiamo abbandonato i campi profughi vicino al confine siriano quando non aveva più una lira per mangiare o per mandare a scuola i figli e per provvedere a se stessi. Le crisi intorno sono enormi".

 

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