Al quartiere europeo del Granducato i ministri Ue sono arrivati con sull'onda delle divisioni. Solo poche ore prima un documento firmato dalla Germania e altri otto Paesi ha messo nero su bianco il "niet" dei falchi a qualsiasi riforma del mercato europeo dell'energia. E poco prima della ministeriale il fronte 'liberale' ha ottenuto l'appoggio anche di Belgio e Svezia. La Spagna si è presentata con un 'non paper' ambizioso in cui, tra le proposte, spiccano la separazione dei prezzi dell'elettricità da quelli del gas, la messa in campo di misure anti-speculative sul mercato Ets e la possibilità per un Paese membro di intervenire autonomamente nella formazione dei prezzi energetici.
Madrid puntava a formare sul testo un asse del Sud Europa ma, su alcune dei punti del 'non paper' anche tra i Paesi del Mediterraneo non c'è stato troppo entusiasmo. E anche l'esecutivo europeo non vuole azzardare passi in avanti eccessivi. "L'attuale mercato è il sistema migliore per garantire energia verde, non possiamo prendere decisioni troppo rapide", ha sottolineato Simson mentre da Madrid, il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni rimarcava che le contromisure al caro bollette devono essere "temporanee" e "devono rispettare il mercato unico".
L'Italia si è presentata a Lussemburgo sull'onda muovendosi con prudenza. E' soprattutto all'acquisto volontario di stock di gas comuni che Roma punta nel breve periodo. "Questo meccanismo dovrà essere disegnato in modo da favorire la concorrenza fra produttori, riducendo al minimo le distorsioni del mercato", ha spiegato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sottolineando come le misure prese dal governo siano in linea con gli interventi suggeriti dalla commissione a metà ottobre: l'obiettivo è proteggere i più vulnerabili e le imprese. Obiettivo che resta il solo punto in comune emerso dal vertice. "Non è emersa una posizione consensuale circa gli interventi che vanno applicati a livello Ue", ha ammesso a fine riunione Jernej Vrtovec, ministro della Slovenia presidente di turno dell'Unione.
Il pranzo di lavoro successivo al summit non ha portato stravolgimenti. Un fronte comune è emerso sulla possibilità che la commissione approfondisca la strada degli stock europei volontari. Ma è un target azzoppato perché, spiega una fonte che ha partecipato al vertice, ha visto ancora una volta il 'no' dei Paesi del Nord. Più trasversale (con la Francia sugli scudi) il pressing affinché l'Ue includa il nucleare nei nuovi regolamenti sulla tassonomia. "Ogni Paese può scegliere il suo mix. Noi avremo bisogno di più energia pulita e parallelamente di una fonte stabile per la transizione, quindi il nucleare e il gas naturale", è stata l'apertura della commissaria all'Energia.
Cingolani ha inoltre sottolineato che attualmente l'Italia ha "l'85" delle riserve di gas, "che è un po' meno degli anni precedenti ma resta a un valore superiore alla media Ue".
Insomma, nessun blackout all'orizzonte. Ma i prezzi, intanto, volano. Secondo i dati settimanali del Mite, in modalità self-service, la benzina si attesta a 1,746 euro al litro, il Gpl a 0,826. "Senza un intervento del governo ci saranno ripercussioni negative sul Natale", è l'allarme lanciato da Assoutenti.
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