"È naturale che i grandi numeri"
sugli investimenti necessari all'Ue, quantificati nel rapporto
di Draghi in un doppio piano Marshall, "creino preoccupazioni
per l'aumento dei livelli di debito, è legittimo essere
preoccupati per l'emissione di debito comune" ma servirà a
finanziare "gli obiettivi Ue", ha spiegato l'ex premier,
ricordando che gli investimenti necessari a garantire la
competitività Ue sono pari a circa 750-800 miliardi di euro di
aggiuntivi all'anno.
"Ma vorrei essere chiaro - ha detto rivolgendosi agli
eurodeputati -: non si tratta di nuove esigenze di investimento
identificate nel rapporto, bensì di esigenze richieste per
raggiungere gli obiettivi esistenti dell'Ue"
"Storicamente, gli investimenti in Europa sono stati
finanziati per circa l'80% dal settore privato e per il 20% dal
pubblico. Abbiamo chiesto al personale della Commissione e del
Fondo monetario internazionale (Fmi) di condurre delle
simulazioni" e "i risultati mostrano che per finanziare questo
volume di investimenti, è necessario fare progressi sull'Unione
dei mercati dei capitali in modo che il capitale privato possa
essere canalizzato verso gli investimenti in tutta l'Ue, ma sarà
comunque necessario il sostegno pubblico", ha evidenziato,
indicando che i finanziamenti comuni serviranno soprattutto per
"progetti chiave" per l'energia, l'innovazione e la difesa.
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