BRUXELLES - "Siamo un Paese che dà protezione" e "l'apertura al mondo è necessaria", ma questo "non significa che chiunque voglia possa entrare. Dobbiamo essere in grado di scegliere chi viene in Germania". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al Bundestag, nel corso di un duro dibattito sulla politica d'asilo, evidenziando la necessità di maggiore controllo sull'immigrazione e anche di "rimpatriare coloro che non possono restare". "Non c'è Paese al mondo con una popolazione attiva in calo che abbia una crescita economica. Questa è la verità che dobbiamo affrontare", ha sottolineato.
L'apertura al mondo "è scritta nella nostra Costituzione e non lo mettiamo in discussione", ha sottolineato Scholz, rivendicando la rettitudine dell'azione del suo governo che "ha messo fine all'inerzia" dei politici conservatori. "Abbiamo avuto successo e continueremo con questo approccio", ha affermato, chiedendo di "sopportare" un dibattito molto sensibile anche per i Paesi vicini come la Polonia. All'indomani del fallimento del vertice a Berlino sull'asilo e la migrazione tra il governo e l'opposizione di centrodestra, Scholz ha quindi difeso la linea tenuta dalla sua coalizione, rispendendo ai mittenti - i leader della Cdu e della Csu, Friedrich Merz e Alexander Dobrindt - le critiche. "Con le parole non si è ottenuto nulla, sono loro che non ottengono nulla", ha contrattaccato il cancelliere, molto duro soprattutto nei confronti di Merz, definito "il tipo di politico che crede che la politica migratoria si possa risolvere con un'intervista alla Bild am Sonntag". La "porta" del dialogo per creare un campo largo sulla migrazione tuttavia "resta aperta", ha sottolineato Scholz. "Questo è quello che vuole la gente. Non una lotta nel fango. Sarebbe bene trovare una soluzione comune".
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