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Italia e altri 4 paesi, stop auto a benzina slitti al 2040

Roma chiede soprattutto più gradualità per i veicoli commerciali

Redazione ANSA

BRUXELLES - Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia hanno presentato un documento, di cui Ansa ha preso visione, che propone di posticipare l'eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040 e di ridurre le emissioni di CO2 del 90% (anziché del 100% come proposto da Commissione europea ed Europarlamento) nel 2035. Il documento è stato fatto circolare in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue fissata per martedì 28.

A quanto si è appreso, l'Italia si è associata all'iniziativa con l'obiettivo specifico di ottenere modifiche al testo sotto esame sui veicoli commerciali, i biocarburanti e le produzioni di nicchia.

I Paesi firmatari del documento propongono diverse modifiche alla proposta della Commissione europea sugli standard di emissione di CO2 di auto e veicoli commerciali leggeri di nuova immatricolazione. I target proposti dalla Commissione europea, e appoggiati dall'Europarlamento, vengono essenzialmente spostati avanti di 5 anni. Riguardo le auto, Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia chiedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% entro il 2035 e del 100% entro il 2040. Per i veicoli commerciali leggeri, una diminuzione delle emissioni del 45% entro il 2030, dell'80% entro il 2035 e del 100% entro il 2040. Per questi autoveicoli si chiede anche di ripristinare il meccanismo per assicurare una distribuzione equa degli sforzi per ridurre le emissioni tra i produttori.

I cinque Paesi sostengono anche il prolungamento della durata della deroga di cui beneficiano i produttori di nicchia, come Ferrari, Lamborghini ecc., oltre il 2029 e almeno fino al 2036, e l'estensione del meccanismo di incentivazione dei veicoli a basse emissioni oltre il 2029. Cioè a una data da stabilirsi dopo la revisione del regolamento prevista nel 2028. I Paesi che hanno presentato il non-paper sostengono anche l'introduzione di una metodologia per tenere conto del contributo dei combustibili rinnovabili per il rispetto dei target di riduzione delle emissioni.

Quella di oggi è un'iniziativa unilaterale che contrasta con la posizione ufficiale espressa nel dicembre 2021 dal Cite (Comitato Interministeriale alla Transizione Ecologica) e, giusto pochi giorni fa, dai partiti di maggioranza italiani al Parlamento europeo. È tempo che Draghi sia chiaro: il governo che sta guidando è impegnato sul fronte delle questioni climatiche o no?". Questo il commento di Veronica Aneris, direttrice di Transport & Environment Italia, al documento che Italia e altri quattro Paesi hanno presentato all'Ue in vista del Consiglio ambiente in programma per martedì prossimo a Lussemburgo. "Sarebbe uno scandalo per un governo nato all'insegna degli impegni in favore della transizione ecologica allearsi con Bulgaria e Romania sulle questioni climatiche", ha aggiunto Aneris.

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