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Italia maglia nera per numero di inchieste sui fondi Ue

Italia maglia nera per numero di inchieste sui fondi Ue

Ufficio europeo antifrode: 'Tredici dossier aperti, 9 raccomandazioni'

BRUXELLES, 10 giugno 2021, 16:28

Redazione ANSA

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La bandiera italiana e quella europea a Palazzo Chigi - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'Italia è il Paese con il più alto numero di inchieste, 13, concluse nel 2020 dall'Ufficio Ue anti-frode (Olaf) e relative all'utilizzo dei fondi europei gestiti o spesi in tutto o in parte a livello nazionale o regionale. Lo si legge nel rapporto annuale dell'Olaf sulle attività svolte lo scorso anno. Delle 13 inchieste, 9 si sono concluse con una raccomandazione. Nel corso del 2020, l'Olaf ha concluso 230 indagini, emettendo 375 raccomandazioni alle autorità nazionali e Ue competenti. La maggior parte di tali raccomandazioni, si legge nel rapporto, ha riguardato il recupero di fondi Ue, per un valore di circa 294 milioni di euro. 

Complessivamente, nel 2020 l'Olaf ha concluso 109 inchieste riguardanti l'uso di fondi europei in 37 Stati, di cui la maggior parte sono Paesi extra-Ue. Tra gli Stati con il più elevato numero di inchieste, figurano, oltre l'Italia, anche Bulgaria e Ungheria con 8 casi conclusi nel 2020 e terminati rispettivamente con 7 e 4 raccomandazioni alle autorità nazionali e Ue competenti. Tra i Paesi assenti nella lista nera ci sono Germania, Austria, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania.

In linea con gli anni precedenti, la manipolazione delle procedure di appalto e di gara da parte dei truffatori per intascare fondi europei rappresenta una delle principali tendenze riscontrate dall'Olaf nel 2020. I meccanismi di frode, si legge in una nota dell'Olaf, riguardano spesso diversi Stati membri e comportano dei complessi sistemi di riciclaggio dei profitti ottenuti in modo illecito.

Emblematico un caso riguardante Romania, Italia, Belgio e Spagna, in cui si è raccomandato il recupero di 25 milioni di euro. Il denaro, che avrebbe dovuto essere destinato a infrastrutture stradali, è stato invece riciclato attraverso società interconnesse e mediante pagamenti per servizi fittizi, ed era stato concesso attraverso un collegamento presso le autorità nazionali ritenuto sospetto dall'Olaf. Tra gli esempi contenuti nella relazione annuale, anche frodi ai danni dei fondi Ue destinati alla ricerca, all'agricoltura e allo sviluppo rurale, così come frodi ai danni dei fondi sociali.
   

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