BRUXELLES - "Il principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e lavoratori di sesso femminile sancito dal diritto dell'Unione può essere direttamente invocato, per uno 'stesso lavoro' come per un 'lavoro di pari valore', nelle controversie tra privati": lo ha stabilito la Corte di giustizia della Ue nella sentenza della maxi-causa che 6000 dipendenti della catena di supermercati britannica, Tesco, hanno intentato contro l'azienda per rivendicare parità di salari.
Secondo la Corte "il principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e lavoratori di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, contemplato nell'articolo 157 TFUE, costituisce uno dei principi fondamentali dell'Unione". E quando le condizioni di retribuzione "possono essere ricondotte a un'unica fonte", come nel caso dei lavoratori di Tesco, "il lavoro e la retribuzione di tali lavoratori possono essere messi a confronto, anche qualora questi ultimi lavorino presso stabilimenti diversi". Quindi, per la Corte, "tale disposizione può essere invocata dinanzi ai giudici nazionali".
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