BRUXELLES - L'Antitrust Ue ha inflitto una multa di 7,5 milioni di euro alla casa farmaceutica statunitense Sigma-Aldrich per aver fornito "informazioni errate o fuorvianti" durante l'indagine sull'acquisizione della società da parte della tedesca Merck, completata nel 2015.
Il regolamento comunitario sulle fusioni obbliga le società coinvolte in un'indagine a fornire informazioni corrette ai fini di un esame tempestivo ed efficace da parte di Bruxelles. Per l'Antitrust Ue, Sigma-Aldrich ha commesso tre violazioni distinte, fornendo in maniera deliberata o negligente informazioni scorrette nella descrizione dei rimedi proposti per venire incontro alle preoccupazioni espresse da Bruxelles e nelle risposte offerte a due richieste di informazioni.
Il 21 aprile 2015 Merck aveva notificato alla Commissione il suo piano di acquisizione di Sigma-Aldrich, annunciato a fine 2014. Nel giugno 2015, l'Antitrust Ue ha quindi approvato la proposta subordinata alla cessione di alcune attività di Sigma-Aldrich, per affrontare i problemi di concorrenza individuati nei mercati di specifici prodotti chimici di laboratorio.
Nel contesto del processo di dismissione delle attività, Bruxelles è stata informata che un progetto di innovazione, denominato iCap, era strettamente legato all'attività ceduta e sviluppato appositamente per i prodotti inclusi nell'attività di disinvestimento. Tuttavia, il progetto non era stato reso noto all'Antitrust Ue.
"Non solo il progetto non è stato reso noto e discusso nelle proposte di misure correttive, ma le informazioni al riguardo sono state anche tenute nascoste nelle risposte a specifiche richieste di informazioni", spiega la Commissione in una nota, specificando di aver inoltre riscontrato che la fornitura di informazioni inesatte o fuorvianti da parte di Sigma-Adrich aveva lo scopo di evitare il trasferimento del progetto in questione all'acquirente dell'attività di dismissione.
E' la terza volta che la Commissione infligge ammende a una società per aver fornito informazioni inesatte o fuorvianti dall'entrata in vigore del regolamento sulle concentrazioni del 2004: era già accaduto nel 2019 ai danni di General Electric, con una multa di 52 milioni di euro per l'acquisizione di LM Wind, e nel 2017 ai danni di Facebook, con una multa di 110 milioni per l'acquisizione di WhatsApp.