BRUXELLES I presidenti del Consiglio e della Commissione europea, Charles Michel e Ursula Von der Leyen, non si sono ancora parlati, a tre giorni dal sofagate di Ankara. Per il momento non sono previste telefonate, secondo quanto si apprende a Bruxelles. Ieri in un'intervista alla tv belga LN, Michel aveva detto di aver provato a raggiungere von der Leyen al telefono, e pensava di riuscire a parlarci in serata.
"Deploro profondamente quanto accaduto e l'immagine disastrosa che questo significa. In quel momento non ho reagito perché c'era il rischio che fossi percepito come paternalista ed ho pensato che avrebbe provocato un incidente più grave che avrebbe messo a rischio il tentativo di avere rapporti meno negativi" con la Turchia. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un'intervista televisiva, ricostruisce quanto avvenuto a Ankara. "Le immagini che durano più secondi sono brutali, sono scioccanti, ma non rappresentano la vera sfida di quella riunione", spiega.
La bufera sul sofagate al palazzo presidenziale di Ankara, e diventa uno scontro diplomatico tra l'Italia e la Turchia con tanto di convocazione dell'ambasciatore italiano. In serata è stato il premier Mario Draghi a usare parole durissime contro il leader turco. "Non condivido assolutamente Erdogan, credo che non sia stato un comportamento appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dovuto subire", ha premesso il presidente del Consiglio, per poi aggiungere: "Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono", ha sottolineato Draghi, "di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio".