BRUXELLES - "In linea con le regole belghe, io e la mia squadra non siamo più in quarantena. Le trattative fisiche possono continuare". E' quanto annuncia su Twitter il capo negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier, precisando che "oggi informa gli Stati membri ed il Parlamento europeo" sugli sviluppi e che "persistono le stesse divergenze significative". Barnier sarà "In viaggio a Londra questa sera per continuare i colloqui con David Frost".
"Alcune persone - ha twittato Frost (plenipotenziario del governo di Boris Johnson nei negoziati sulle relazioni future con l'Ue) dopo la notizia giunta stamane da Bruxelles sul via libera alla partenza per Londra del capo negoziatore europeo Michel Barnier e del suo team per l'ennesima ripresa delle trattative faccia a faccia - mi chiedono perché i colloqui proseguano. La mia risposta è che il mio lavoro è fare il massimo per vedere se le condizioni di un accordo esistano". Per quanto "sia tardi" - ha aggiunto - io penso "che un accordo è ancora possibile e continuerò a trattare fino a quando non diventasse chiaro che non lo è più". L'intesa, ha peraltro puntualizzato lord Frost, resta concretamente raggiungibile agli occhi del governo Johnson solo a patto che "rispetti pienamente la sovranità del Regno Unito", riconquistata proprio attraverso la Brexit.
Si tratta di toni sostanzialmente identici a quelli di precedenti dichiarazioni, mentre secondo gli osservatori il tempo rimasto per trovare un compromesso o meno è ormai ridotto a una o due settimane ancora, date le scadenze delle successive eventuali ratifiche parlamentari. Così come analoghe a quelle illustrate a più riprese nel recente passato sono le contro-argomentazioni europee, ribadite oggi stesso da Barnier nel suo ultimo aggiornamento agli ambasciatori dei 27 stati membri dell'Ue. In dichiarazioni nelle quali il negoziatore francese ha insistito che permangono divergenze su alcuni punti cruciali e che "il momento del prendere o lasciare" fra deal e no deal si avvicina. Mentre un altro diplomatico ha rigirato su Londra la responsabilità di concessioni dell'ultimo minuto per arrivare a un accordo di libero scambio, "altrimenti impossibile". I residui nodi chiave da sciogliere sono sempre gli stessi e riguardano i diritti sulla pesca in acque britanniche; la richiesta di Bruxelles di un allineamento automatico e dinamico di Londra alla legislazione europea su aiuti di Stato e ambiti normativi specifici a tutela d'una concorrenza commerciale leale (il cosiddetto level playing field, che per Londra rappresenterebbe in questi termini un'inaccettabile limitazione alla propria ritrovata sovranità legislativa); e la governance di contenziosi giuridici futuri.
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