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Migranti: Croazia, inchiesta contro Commissione Ue

Migranti: Croazia, inchiesta contro Commissione Ue

Da anni Amnesty denuncia violazioni

11 novembre 2020, 11:32

Redazione ANSA

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Migranti: Croazia, inchiesta contro Commissione Ue - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - La mediatrice europea Emily O'Reilly ha reso noto di aver aperto un'inchiesta contro la Commissione europea per i presunti mancati controlli sulla condotta delle autorità croate verso i migranti ai confini con la Bosnia e la mancata istituzione di un meccanismo di monitoraggio. Lo scrivono oggi i media di Zagabria, precisando che la procedura è stata avviata su una denuncia di Amnesty International. Nel mirino dell'inchiesta c'è la Commissione europea che non avrebbe assicurato che la polizia di frontiera croata rispettasse i diritti umani fondamentali nelle operazioni di difesa dei confini.

Da alcuni anni Amnesty, altre ong e la stampa denunciano pesanti violazioni dei diritti umani, respingimenti illeciti verso la Bosnia, abusi e violenze ai danni dei migranti che tentano di passare attraverso la Croazia per raggiungere l'Europa occidentale. Il governo croato ha sempre smentito tali accuse. La mediatrice ricorda che "nell'ambito dei finanziamenti accordati alla Croazia per la protezione dei confini esterni europei è prevista l'istituzione di un meccanismo di controllo del rispetto dei diritti fondamentali dell'Ue". Secondo Amnesty questo meccanismo, nel lavoro dei quali dovrebbero partecipare varie ong e i difensori civici, non è mai divenuto operativo.

Resta da chiarire come sono stati spesi i soldi previsti per questo obiettivo e perché Bruxelles avrebbe "evitato di dare risposte agli eurodeputati su questo fondo". Dietro queste accuse ci sono le ipotesi riprese spesso dalla stampa che la Commissione fosse in parte complice nelle violazioni a danni dei migranti sui confini croati, e che una parte dei soldi destinati ai preparativi per una futura adesione della Croazia all'area Schengen fossero stati spesi per finanziare i respingimenti dei migranti. Bruxelles ha ora tempo fino alla fine di gennaio per rispondere ai quesiti della mediatrice europea.

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