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Migranti: Onu accusa Ue, patto con la Libia disumano

Migranti: Onu accusa Ue, patto con la Libia disumano

Ue ribatte, lavoro in cooperazione, chiudere campi inaccettabili

BRUXELLES, 15 novembre 2017, 11:02

Redazione ANSA

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Migranti: Onu accusa Ue, patto con la Libia disumano - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - La politica Ue di assistere le autorità libiche nell'intercettare i migranti nel Mediterraneo e riportarli nelle "terrificanti" prigioni in Libia "è disumana". Lo denuncia l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein in un comunicato diffuso a Ginevra. "La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell'umanità", è l'accusa durissima di al Hussein.

 

Gli osservatori dell'Onu in Libia "sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi più basilari". E' la denuncia dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein che accusa "l'Ue e i suoi stati membri di non aver fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti".

 

Nel lungo comunicato pubblicato sul sito dell'Unhcr si precisa che "Ue e l'Italia forniscono assistenza alla Guardia costiera libica nel Mediterraneo e in acque internazionali, nonostante l'allarme lanciato dalle organizzazioni per i diritti umani che questo metodo rischia di condannare molti migranti a una prigionia arbitraria e senza limiti di tempo, esporli alla tortura, allo stupro; costringerli al lavoro, allo sfruttamento e al ricatto". Per l'Onu, in conclusione, i migranti intercettati sui barconi dall'Ue e dall'Italia in accordo con la Libia vengono rinchiusi in prigione e "non hanno alcuna possibilità di contestare la legalità della loro detenzione, né di essere assistiti da un avvocato".

 

L'Ue lavora in Libia "in piena cooperazione" con l'Onu "esattamente perché la nostra priorità è sempre stata e continuerà ad essere quella di salvare vite, proteggere le persone e combattere i trafficanti". E' quanto ribatte alle accuse una portavoce della Commissione ricordando che è la Ue a finanziare Oim, Unhcr e Unicef. Aggiunge che "i campi di detenzione in Libia devono essere chiusi" perché "la situazione è inaccettabile" e che la Ue "si confronta regolarmente" con le autorità perché usino "centri che rispettano gli standard umanitari". "L'Unione europea sta lavorando sul terreno in Libia in piena cooperazione con le Nazioni Unite esattamente perché la nostra priorità è sempre stata quella di continuare a salvare vite umane, proteggere le persone, combattere trafficanti ed i contrabbandieri e per creare canali legali verso l'Europa per coloro che necessitano di protezione internazionale" ha detto la portavoce del servizio esterno Ue, commentando con l'ANSA le accuse lanciate dall'alto commissario per i diritti umani dell'Onu.

 

"E' l'Unione europea che finanzia Oim, Unhcr e Unicef che hanno la capacità di lavorare in Libia per provare di affrontare le drammatiche condizioni umanitarie ed aiutare a migliorare la protezione, le condizioni di vita ed il rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati in Libia". "Tutte queste agenzie - ha aggiunto - sono parti essenziali del sistema Onu e sono responsabili dell'esecuzione delle politiche migratorie dell'Onu". "Crediamo - ha concluso - che i campi di detenzione in Libia debbano essere chiusi. La situazione in questi campi è inaccettabile. La Ue perciò sta compiendo sforzi per sostenere l'istituzione i un processo standardizzato da parte delle autorità libiche, per cui i migranti salvati dalla Guardia Costiera libica vengono sbarcati e portati in centri di accoglienza che rispettano gli standard umanitari internazionali. Solleviamo regolarmente questo argomento con le nostre controparti libiche".

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