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Enel punta su auto elettrica a Bruxelles, boom in due anni

Enel punta su auto elettrica a Bruxelles, boom in due anni

Starace, Ue può far differenza. Realacci, Italia c'è. Bonafè, pronti

BRUXELLES, 31 maggio 2017, 20:16

Redazione ANSA

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Enel - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Il boom delle auto elettriche arriverà da qui a "due anni", e "l'Italia c'è", con Enel in prima fila sull'infrastruttura e una filiera all'avanguardia, dal design alle app. Dove, a fronte del lavoro ancora da svolgere per arrivare alla svolta, "l'Ue può fare la differenza". E' il panorama all'orizzonte del 2018 tracciato a Bruxelles dall'ad di Enel Francesco Starace e dal presidente di Symbola Ermete Realacci, che hanno presentato "100 Italian e-mobility stories", un rapporto che mette in evidenza le eccellenze italiane del settore della mobilità elettrica.

 

"Il momento è adesso, la tecnologia è arrivata", ha affermato Starace, la cui società ne è fermamente convinta al punto da aver lanciato due settimane fa una nuova divisione ad hoc, E-Solutions, uno dei cui focus d'attività è proprio la mobilità elettrica. Senza contare gli investimenti: 300 milioni per 12mila punti di ricarica, i cui costi non finiranno in bolletta, oltre alla realizzazione di 180 colonnine 'veloci' sulle autostrade italiane nel quadro di un progetto con finanziamenti Ue. "Adesso l'auto elettrica ha raggiunto una maturità economica e tecnologica tale per cui il tema non può più essere portato indietro", quindi "abbiamo un paio di anni per mettere giù l'infrastruttura di ricarica", ha spiegato l'ad di Enel. Da qui al 2018 si prevede infatti che i principali produttori auto mettano in commercio modelli con batterie da 500-600 km di autonomia.

 

Il concetto, infatti, come già successo con le rinnovabili o altre tecnologie, è che l'e-car comincerà in sordina per poi arrivare all'impennata. Le vendite delle auto elettriche "sono aumentate in maniera fortissima", ha fatto presente Realacci, ricordando che Paesi come India e Olanda hanno deciso di vendere solo veicoli elettrici dal 2030, mentre in Norvegia 1 su 4 lo è già. Al momento l'Italia ha una quota marginale di e-car immatricolate. "E' vero che siamo un pochino indietro" ma "abbiamo i fondamentali e oggi lo dimostriamo", ha sottolineato l'eurodeputata Pd e membro della commissione ambiente Simona Bonafé, con il "know how" delle 100 eccellenze - da università a pmi - identificate da Enel e Symbola "per poter fare il grande salto di qualità". Serve però che l'Ue prosegua sulla strada presa con l'accordo sul clima di Parigi, e continui, come ha fatto con gli ultimi provvedimenti, a "diffondere l'elettricità nell'economia e nella vita di tutti", ha chiesto Starace. L'integrazione recentemente avvenuta in Italia tra Assoelettrica e assoRinnovabili in Elettricità Futura, ha quindi ricordato Realacci, è un esempio virtuoso che dovrebbe essere seguito nel resto dell'Unione europea in quanto ha creato una nuova realtà per rispondere alle sfide del settore.

 

 

 

Intanto è arrivato il primo pacchetto Ue sulla 'mobilità pulita', dove per esempio passa l'idea di un pedaggio auto 'smart' in cui chi inquina di più paga di più. "E' importante guardare al sistema dei trasporti nel suo complesso", e in questo contesto "la mobilità elettrica è parte della soluzione ma dobbiamo farlo nel modo corretto", ha spiegato Nikolas Von Peter del gabinetto della commissaria ai trasporti Violeta Bulc. L'e-car consente infatti il taglio dal 50 al 70% delle emissioni di CO2 - in un momento in cui la maggior parte dei 28 tra cui l'Italia hanno procedure d'infrazione aperte per la cattiva qualità dell'aria nelle città, ha ricordato l'eurodeputato verde Claude Turmes -, e riduce a zero le emissioni nocive NOx, ovvero quelle al centro del 'Dieselgate'.

 

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