BUCAREST - Anche dopo il ritiro del contestato decreto 'salva-corrotti', circa mezzo milione di manifestanti sono scesi nuovamente in piazza ieri sera a Bucarest e in altre città della Romania per contestare il governo di Sorin Grindeanu e chiedere le sue dimissioni e nuove elezioni. Solo a Bucarest i manifestanti sono stati quasi 300 mila. Il ritiro del decreto, sostengono, è arrivato troppo tardi e il governo ha ormai perso ogni credibilità. Ma il premier ha già detto che non intende lasciare. Quelle di ieri sera, svoltesi per il sesto giorno consecutivo, sono state le manifestazioni più massicce dalla rivoluzione sanguinosa che del dicembre 1989 portò alla caduta del regime comunista di Nicolae Ceausescu.
In Romania si è votato per le politiche l'11 dicembre scorso e il governo di Grindeanu è in carica da poco più di un mese. Se il movimento di protesta popolare alza la posta in gioco, il premier ha fatto tuttavia sapere di non volersi dimettere 'per soddisfare la piazza'. Tocca semmai al parlamento, ha detto, togliergli la fiducia con una procedura democratica. I manifestanti accusano il governo di centro sinistra di voler favorire politici e imprenditori sotto inchiesta per reati di corruzione, vanificando in tal modo la lotta alla corruzione dilagante nel Paese balcanico. La Romania è uno dei Paesi della Ue con il più alto tasso di corruzione nelle sfere politiche ed economiche.
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