A raccontare l'iniziativa è l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Quando Zakaria è arrivato in Francia come rifugiato dal Sudan, non aveva idea che la sua nuova vita sarebbe trascorsa tra la raccolta dell'uva e il rugby. E', infatti, uno dei 90 rifugiati impiegati come lavoratori stagionali nei vigneti di Château Pédesclaux nel sud-ovest della Francia, e fornisce un servizio vitale a un'industria che soffre di una carenza di manodopera al momento del raccolto. "Ho trovato un lavoro, i miei figli sono a scuola. Mi sento al sicuro qui e ho di nuovo fiducia nel futuro", racconta Zakaria.
Rinomata per i suoi vini e per essere il cuore del rugby francese, questa regione della Francia ha dunque accolto questi rifugiati. E' l'associazione Oval Citizen, che utilizza il rugby e altri sport come mezzo per promuovere lo spirito di squadra e l'inclusione, ad aver pensato con l'arrivo del Covid, di offrire lavoro stagionale a persone bisognose, compresi i rifugiati, nell'ambito del progetto chiamato 'Drop in the Fields' che offre manodopera agli agricoltori.
"Il potenziale occupazionale nei vigneti è enorme. La viticoltura, come tutti gli altri settori dell'agricoltura, sta vivendo una carenza di manodopera e questa mancanza è stata esponenziale dall'inizio della crisi Covid", ha detto il fondatore dell'associazione, Jean François Puech.
Dunque 90 rifugiati hanno cominciato a raccogliere l'uva mentre altri quindici hanno partecipato a corsi di formazione, per imparare a guidare i trattori e poter lavorare tutto l'anno.
L'obiettivo finale è l'inclusione. Il motto dei fondatori dell'associazione Jean-François Puech e Christian Lacini è: "Indipendentemente dall'origine, dalla religione, dall'orientamento sessuale o persino dalla storia di una persona, ogni essere umano ha diritto alla felicità".
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