Per la proprietà intellettuale, l’Intelligenza artificiale non è solo una fonte di dubbi legali, nella fattispecie su chi deve essere considerato il proprietario delle opere realizzate dalla IA, ma è anche uno strumento che sta prendendo sempre maggior peso contro i prodotti contraffatti che hanno trovato nelle piattaforme online uno dei loro migliori punti di vendita.
Con la pandemia il commercio elettronico è divenuto più importante che mai ed ancora più importante è diventata la necessità di acquistare merci sicure e non contraffatte. Lo testimoniano i milioni di mascherine contraffatte sequestrati in questi ultimi mesi in Europa (in Italia ci sono stati numerosi sequestri dall’inizio dell’anno) e negli Usa.
L’impiego dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, ovvero il “machine learning”, è cominciato da già da qualche tempo, per contrastare le frodi online le con carte di credito a danno di e-Commerce, assicurazioni sul web e pubblicità online.
Gli algoritmi delle intelligenze artificiali, addestrate automaticamente grazie all’analisi di centinaia di migliaia di esempi positivi e negativi però possono anche aiutare a individuare marchi falsificati e di capire se l’aspetto di un prodotto è quello che dovrebbe essere., fornendo un valido supporto agli operatori del settore.
Negli ultimi anni EUIPO, l’Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale, e WIPO, l’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, hanno cominciato a sperimentare e quindi a lanciare una serie di servizi basati sull’intelligenza artificiale per proteggere la proprietà intellettuale. Si tratta di servizi per esempio come la “Ricerca di immagini”, per determinare l‘autenticità dei marchi, ma anche della “Traduzione automatica” (a fine 2019 EUIPO aveva già in linea 23 lingue ma stanno aumentando), per facilitare la comunicazione e la compilazione di documenti. Servizi che servono anche ad arricchire archivi online come l'’Enforcement Database (EDB) che contiene informazioni sui prodotti per i quali è stato concesso un diritto di proprietà intellettuale, come un marchio o un disegno o modello registrato e che viene usato da forze di polizia e autorità doganali.
L’intelligenza artificiale è anche dietro alle recentissime iniziative anticontraffazione di Amazon e, in tono molto minore, di altre grandi piattaforme del commercio online internazionale. Il gigante Usa del commercio online, in particolare, negli ultimi due anni ha sviluppato a partire da Project Zero tutta una serie di nuovi servizi per utenti e venditori, per contrastare la contraffazione che vede nelle piattaforme e-Commerce uno dei suoi migliori punti di sbocco.
A queste iniziative si sono aggiunte, e continuano ad aggiungersi, quelle di startup in Usa, Europa e Asia che sperimeno e in buona parte già offrono o utilizzano e servizi di vario tipo basati sull’intelligenza artificiale dedicati alla difesa della proprietà intellettuale e industriale. Tra queste, per citarne alcune tra le più significative, ci sono l’americana Entrupry e la spagnola Red Points. Degne di nota sono anche le soluzioni ideate dalla piattaforma di compravendita online di “sneakers” della californiana Goat, che si è dotata di una IA anticontraffazione, e quelle della svizzera Luxochain e della Authenteq islandese, che fanno affidamento sul sistema blockchain.