May attacca, 'minacce Ue per condizionare il voto Gb'

Scontro sulla Brexit. Londra, 'non pagheremo mai 100 miliardi'

Redazione ANSA

BRUXELLES - Si fa incandescente lo scontro tra Londra e l'Unione europea sul negoziato per la Brexit. Questa volta è Theresa May a sparare il siluro. La premier britannica, che non ha digerito i resoconti circolati sulla cena della settimana scorsa col presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, accusa funzionari e leader Ue di aver travisato la posizione britannica, nel tentativo di condizionare il risultato delle urne. E Londra, per bocca del ministro David Davis manda anche a dire ai 27 di non essere pronta a pagare un conto da cento miliardi per il divorzio dal blocco.

 

"In questi ultimi giorni abbiamo visto quanto saranno duri questi negoziati", avverte May subito dopo l'incontro con la regina per lo scioglimento del Parlamento, in vista delle elezioni dell'8 giugno. "La posizione della Commissione si è indurita. E politici e funzionari europei hanno rivolto minacce contro la Gran Bretagna. Tutti questi atti hanno lo scopo deliberato di condizionare il risultato delle elezioni", accusa. In mattinata il capo negoziatore dell'Unione Michel Barnier, nell'illustrare la bozza del mandato a trattare, lo strumento legale, che con le linee guida politiche già approvate, saranno la sua bussola nelle discussioni per la Brexit, aveva ribadito che la "Gran Bretagna dovrà saldare i conti per gli impegni presi con l'Ue, né più, né meno". Ma "non c'è alcuna punizione, alcuna "tassa per l'uscita. Nessun assegno in bianco".

 

La questione degli obblighi finanziari - uno dei principali scogli sulla strada dell'accordo - è tornata a surriscaldare il clima, dopo che il Financial Times ha pubblicato una propria stima, secondo cui il conto per il Regno Unito potrebbe salire fino a 100 miliardi di euro, ben oltre i 60 immaginati fin qui. In particolare, l'analisi del quotidiano avrebbe tenuto in considerazione le richieste dei Paesi membri, soprattutto quelle di Francia e Germania, segnalando "un indurimento". La reazione di Londra è stata immediata. La Gran Bretagna non ha alcuna intenzione di pagare 100 miliardi di euro, ha chiarito il ministro per la Brexit David Davis. "Salderemo quanto "legalmente dovuto, non "ciò che l'Ue vuole". Per il momento, però, Bruxelles non dà cifre. "Anche se ci sono numeri che circolano, fino a quando non sarà stata definita una metodologia, non si potrà parlare di somme", ha spiegato Barnier, limitandosi ad osservare: "Quello che ho constatato alla cena" a Londra "della settimana scorsa, è che su questo tema, come su altri, c'è una divergenza di posizioni".

 

La Brexit "avrà conseguenze materiali sulla vita di tutti e non sarà né indolore, né veloce", ha ammonito il capo negoziatore europeo, richiamando la necessità di "sforzi" da parte della Gran Bretagna. Al tavolo - ha promesso - "sarò concentrato su fatti, cifre, leggi e soluzioni e non mi lascerò guidare da emozioni o ostilità". Occorre mantenere "il sangue freddo" e restare "orientati alle soluzioni". "Ci prepariamo a tutte le opzioni, ma "l'obiettivo è trovare un accordo". E "il tempo stringe".

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA