Clima: accordo dei 28 su riforma mercato emissioni Ue

Galletti, buona base partenza ma voto Italia contro per metodo

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - I ministri dell'ambiente dell'Ue, dopo un difficile negoziato, hanno raggiunto ieri in serata una posizione comune sul mercato delle emissioni di gas a effetto serra (Ets). L'accordo spiana la strada a sua volta al negoziato con Commissione ed Europarlamento per definire il funzionamento del sistema Ets del prossimo decennio, con lo scopo di ridurre del 43% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2005.

 

L'accordo raggiunto dai ministri dell'Ambiente Ue è una "buona base di partenza" per il negoziato con Parlamento e Commissione che porterà a un nuovo mercato delle emissioni Ue. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti uscendo dal palazzo del Consiglio Ue. Alcune "richieste avanzate dell'Italia sono state accolte - ha spiegato Galletti - per esempio sulla compensazione dei costi indiretti e sull'assegnazione delle quote gratuite". "Dico solo - ha concluso il ministro - che forse il metodo andava seguito in maniera diversa. Dopo una giornata di trattative intense alla fine una delle proposte è stata approvata senza la necessaria discussione preventiva". Per questa ragione di metodo, in un Consiglio segnato da molte tensioni nel finale della riunione, l'Italia si è espressa contro l'accordo.

 

Alla base dell'accordo c'è un compromesso tra i Paesi che hanno profuso più sforzi sulla performance ambientale e quelli più preoccupati della competitività dell'industria Ue. Paesi del primo schieramento come Francia, Svezia e Lussemburgo ottengono un'apertura sulla possibilità di cancellare la validità di parte delle quote in eccesso a partire dal 2024 e a determinate condizioni. Italia, Germania e altri incassano la possibilità di una riduzione del 2% delle quote da mettere all'asta (fissata al 57%) in caso di penuria di quote gratuite. La percentuale potrebbe crescere nel negoziato con le altre istituzioni Ue, in ragione del fatto che l'Europarlamento nella sua mozione chiede il 5%.

 

Sulla riforma del sistema di compensazione dei costi indiretti, su cui l'Italia si è spesa molto, il compromesso prevede un tetto a livello Ue del 25% sui proventi delle aste che i diversi Stati possono usare per coprire i costi indiretti. Oggi la compensazione dei costi che si trasferiscono sui prezzi al consumo dell'energia è su base nazionale e finisce per avvantaggiare le industrie dei paesi con meno vincoli di bilancio.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA