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Nato come ospedale medievale, che nei secoli ha assunto molteplici funzioni legate all'accoglienza, il Santa Maria della Scala è oggi un complesso museale, punto di riferimento identitario della comunità senese.
Grazie alle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), è stato messo a punto un progetto di recupero e restauro della strada interna e di nuovi spazi espositivi, cui si affiancano due progetti relativi all'adeguamento del sistema antincendio del complesso museale.
Con il recupero della strada interna, identificabile come un tratto della stessa Via Francigena, il Santa Maria della Scala avrà a disposizione un'importante area per descrivere, anche in modalità multimediale, la storia e il valore culturale dell'antico percorso dei pellegrini. Il progetto prevede inoltre la copertura della Corticella. Si tratta di un vero e proprio snodo dei percorsi dell'antico ospedale.
Per via del suo successo, il progetto è stato proposto anche per il concorso EUinmyRegion 2020, la campagna volta ad aumentare la visibilità dei progetti finanziati dall’Ue in tutta Europa. L’investimento totale del progetto è di 4,7 milioni di euro, con un contributo del Fesr pari a 1,6 milioni. Sono due i lotti già realizzati su tre.
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Per le sue dimensioni, la sua storia, per la sua rete di percorsi e musei, per il suo carattere di "città nella città", il Santa Maria della Scala offre tutte le chiavi di lettura della storia della comunità senese, proponendo al visitatore un'esperienza culturale che andrà ben al di là di una visita museale di tipo classico. All'interno è presente il museo dei bambini, punto di riferimento per l'offerta di laboratori didattici per famiglie.
Come si legge sul sito del Santa Maria della Scala, “la storia e la vocazione della struttura spingono oggi la Direzione Musei verso il recupero delle aree ancora dismesse del Santa Maria, nella prospettiva di un'evoluzione del Complesso da spazio museale a Centro di produzione culturale e creativa, in dialogo e relazione con l'attività museale, ma aperta ad altre forme espressive, artistiche e culturali”.
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Il recupero e restauro del complesso museale Santa Maria della Scala è solo uno degli esempi virtuosi di come la Regione Toscana ha utilizzato i fondi europeo per valorizzare il territorio. Sono ben 4.384, infatti, i progetti finanziati dall’inizio del programma Fesr per un totale di 1.435 milioni di risorse attivate e di impegni pari a 576,5 milioni, che rappresentano il 72,8 per cento della dotazione totale del Por Fesr 2014-2020 della Regione Toscana. Tenendo conto dei dati al 31 dicembre 2019, la spesa pubblica certificata alla Commissione Europea è pari a 318,8 milioni, che ha permesso di raggiungere non solo il target finanziario N+3 al 31.12.2019 (pari a 208 milioni), ma anche il target al 31 dicembre 2020 (pari a 292 milioni).
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L’Agenzia per la coesione territoriale ha pubblicato lo scorso luglio i dati sui tassi di assorbimento dei fondi europei aggiornati al 30 giugno 2020. La Toscana, insieme all’Emilia Romagna e al Fiul Venezia Giulia, è tra le tre Regioni più virtuose nell’utilizzo del fondo Fesr, con un tasso di assorbimento del 40,4 per cento. A fare meglio della Toscana sono solo l’Emilia Romagna (52,32 per cento) e il Friuli Venezia Giulia (45,61 per cento). Ma la Toscana è anche tra le cinque Regioni più virtuose nell’utilizzo del Fondo sociale europeo, con un tasso di assorbimento del 38,11 per cento.
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I fondi Ue verranno anche utilizzati per contrastare l'impatto negativo del Covid-19 sull'economia. Nel mese di agosto, la Commissione europea ha infatti approvato la modifica del Programma operativo della Toscana che reindirizza 154,7 milioni di euro dal Fondo Ue di sviluppo regionale verso misure relative al coronavirus. Dieci milioni di euro saranno utilizzati per rafforzare il settore sanitario, 141 per sostenere le Pmi e 3,7 per la digitalizzazione nelle scuole. Il tasso di cofinanziamento dell'Ue verrà aumentato al 100 per cento. La Toscana è stata tra le prime regioni italiane a beneficiare della Coronavirus Response Investment Initiative (Crii), che autorizza flessibilità supplementare nell'uso dei fondi regionali per fronteggiare la pandemia di Covid-19. "Essendo uno dei paesi più colpiti dal coronavirus in Europa - ha dichiarato la commissaria per la coesione Elisa Ferreira - sono lieta di vedere che le regioni italiane stanno sempre più approfittando della Crii", mettendo in pratica "l'approccio globale, dalla salute all'economia e all'istruzione, di cui abbiamo bisogno per rispondere ai bisogni delle persone in tempi così difficili".
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