BRUXELLES - La strada per evitare ''l'implosione'' dell'Unione monetaria europea passa obbligatoriamente per gli Eurobond ed anche la Germania, prima o poi, se ne convincera' purche' si adottino le misure chieste anche dal presidente della Bce Jean-Claude Trichet. A sottolinearlo e' stato oggi l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder che insieme a colleghi come lo spagnolo Felipe Gozales (socialista) e il belga Guy Verohfstadt (liberal-democratico), ma anche con Mario Monti e Nouriel Roubini, ha dato nuovo sostegno al progetto presentando una sorta di 'manifesto' per il futuro dell'Europa in cui gli Eurobond sono tra i protagonisti.
Promosso dal Nicolas Berggruen Institute, il 'Consiglio per l'Europa del futuro' - a cui aderiscono, oltre ai sopracitati, anche Tony Blair e Jacques Delors - evidenzia, nel 'manifesto', che non ci sono alternative: o si va avanti con decisione verso una vera unione fiscale ed economica oppure il rischio di far saltare tutto il processo di integrazione europea potrebbe veramente concretizzarsi.
Per Schroeder, la Germania di Angela Merkel, dopo il ''grave errore'' iniziale compiuto nell'affrontare la crisi della Grecia (''ha ceduto alle pressioni interne colpevolizzando oltre misura il comportamento di Atene'') ha mostrato segni di recupero e nell'ultimo vertice con Nicolas sarkozy ha fatto cadere il tabu' esistente nei confronti di una vera ed efficace riforma della governance economica europea. Ed e' proprio qui che l'ex cancelliere vede la possibilita' di far cambiare idea A Berlino anche sugli Eurobond. ''I socialdemocratci sono gia' favorevoli all'idea, ovviamente a condizione che si creino meccanismi per evitare l'accomulazione di deficit eccessivi'' nei Paesi dell'eurozona, ha detto Schroeder. Ma anche gli altri cambieranno idea, ''bisogna avere pazienza''.
In favore degli Eurobond si sono quindi espressi anche Monti, Roubini e Gonzales. L'ex commissario ha ricordato in particolare che il loro lancio consentira' di portare sui mercati una ''maggiore disciplina'' nei confronti dei bilanci pubblici e sollevera' la Bce da un compito - quello dell'acquisto dei titoli di Stato sul mercato secondario - che sta svolgendo responsabilmente ma che non rientra nelle sue competenze statutarie. Roubini, dal canto suo, ha rilevato come a volte i mercati tradino a percepire la solvibilita' dei singoli Paesi. Gonzales ha invece puntato il dito contro la mancanza di un'''ampia visione'' da parte dell'attuale leadership Ue. ''Si sta andando avanti spegnendo ogni volta, con riunioni straordinarie, i singoli incendi, ma manca una strategia di prevenzione''.
S&P AFFONDA EUROBOND - Standard & Poor's affonda l'ipotesi degli eurobond, cioe' dei titoli di Stato emessi con garanzia congiunta da parte dei Paesi dell'area euro. L'agenzia di rating, infatti, darebbe agli eurobond un voto basato sulla piu' bassa valutazione del credito tra quella dei Paesi partecipanti. ''Se abbiamo un Eurobond garantito per il 27% dalla Germania, per il 20% dalla Francia e per il 2% dalla Grecia, il rating sarebbe 'CC', che riflette il rating sul credito della Grecia'', ha detto Moritz Kraemer, uno dei maggiori responsabili per i rating sovrano di S&P, in una conferenza in Austria riportata dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung.
PITTELLA, INTERVENTO A GAMBA TESA - La minaccia di Standard&Poor's di valutare a livello 'junk' gli Eurobond e' ''un intervento a gamba tesa'' che dimostra la necessita' di regole europee piu' stringenti sulle agenzie di rating. Lo afferma il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella (Pd), secondo il quale le dichiarazioni di Moritz Kraemer rendono ''evidente, semmai qualcuno avesse ancora dubbi a riguardo, il tentativo in atto da parte delle agenzie di rating di condizionare la politica in un momento di scelte difficili e delicate per il futuro dell'Euro''.
''La sorte delle nostre economie - aggiunge Pittella in una nota - dipendera' anche, e molto, da come terminera' il dibattito sulla riforma della governance economica e dalla scelta di puntare o meno su Eurobond e tassa sulle transazioni finanziarie come strumenti di rilancio della crescita''. ''Commissione europea, Parlamento e Consiglio - conclude l'europarlamentare Pd - sono impegnati in un difficile negoziato ed in questa fase il tentativo messo in atto da Standard&Poor's di affossare gli Eurobond non e' altro che un'entrata 'a gamba tesa' che non ci sorprende ma che conferma la necessita' di assicurare regole piu' stringenti per le agenzie di rating a cominciare proprio dalle modalita' utilizzate nel giudicare i debiti sovrani. Giudizi che dovrebbero nascere da analisi tecniche della situazione e non da tentativi malcelati di fare politica''.
BARROSO, CRESCITA MODERATA NELL'UE, MA NON RECESSIONE (LINK)