Il Gip del tribunale di Forlì ha
disposto l'archiviazione del fascicolo, per omicidio e a carico
di ignoti, del caso di Cristina Golinucci, scomparsa a 21 anni
il primo settembre 1992 da Cesena. Quel giorno la ragazza aveva
un appuntamento col proprio padre spirituale al convento dei
cappuccini quando se ne sono perse le tracce.
Si tratta della decima volta che il caso viene riaperto e
archiviato e il giudice Massimo De Paoli ha deciso così,
condividendo la richiesta della Procura, dopo l'udienza della
scorsa settimana in cui si èera discussa l'opposizione dei
familiari di Cristina, la madre Marisa Degli Angeli, assistita
dall'avvocato Barbara Iannuccelli. "Fermo restando - sottolinea
il Gip - che in caso di elementi di novità l'indagine ben potrà
essere riavviata, senza pregiudizio per le parti coinvolte".
Tra gli accertamenti analizzati ci sono quelli su Emanuel
Boke, ragazzo ospite del convento sospettato in passato di
essere responsabile della scomparsa, ipotesi sempre scartata.
Sono state svolte ricerche in Francia e sono in corso
comparazioni delle impronte digitali con un'altra persona,
ricercata per reati sessuali e che potrebbe essere lui. Ma
questa persona risulta irreperibile in Francia: è quindi
impossibile, secondo il Gip, procedere ad una sua audizione.
Non hanno portato ad esiti neppure le recenti segnalazioni
arrivate alla famiglia. Né quella della donna che ha riferito
che l'anziano padre, in zona Mercato Saraceno, all'epoca aveva
visto arrivare un'auto guidata da un frate accompagnato da una
giovane ragazza: l'anziano non ha riconosciuto in foto Cristina
Golinucci. Né quella sui sacchi neri con odore sgradevole,
trovati sempre nella stessa zona da un amico del padre della
donna. Nessun accertamento è stato possibile fare in quel punto,
a causa di una frana legata all'alluvione 2023. All'epoca era
consuetudine, osserva il Gip, gettare resti di animali nei
boschi ed era questo il motivo per cui chi vide la scena non vi
diede peso.
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