Richieste di condanne per oltre
300 anni a Bologna nel procedimento della Dda, pm Roberto
Ceroni, a carico di 35 persone davanti al Gup del Tribunale
Andrea Salvatore Romito. Il processo si svolge con la formula
del rito abbreviato. Gli imputati sono accusati a vario titolo
di narcotraffico, riciclaggio, intestazione fittizia di beni,
sequestro di persona a scopo di estorsione ed armi, con
l'aggravante mafiosa.
Il procedimento trae origine dall'operazione 'Aspromonte
emiliano' del maggio 2023, condotta dal nucleo di polizia
economico-finanziaria della Guardia di finanza di Bologna, che
portò il Gip del tribunale di Bologna, Alberto Gamberini, ad
eseguire 41 misure cautelari. Durante l'operazione furono
effettuati sequestri preventivi, finalizzati alla confisca, per
un valore di oltre 50 milioni di euro.
L'indagine, durata due anni, fece emergere l'esistenza di un
sodalizio criminale composto da persone appartenenti o contigue
alla 'ndrangheta reggina e crotonese. Secondo le ricostruzioni,
i soggetti operanti in Italia avevano un contatto diretto con i
cartelli della droga colombiani, tra cui il 'cartello del
golfo', ai quali, per la cessione della droga, destinavano
denaro in contante che veniva fornito da criminali cinesi.
Questi, infine, ricevevano i soldi in dei conti correnti in Cina
e a Hong Kong con una guadagno del 6% sul prestito concesso. Il
traffico riguardava principalmente la cocaina, ma anche
l'hashish e la marijuana.
Per la Procura "vertice indiscusso del gruppo" era Giuseppe
Romeo, considerato un "soggetto di rilevantissimo spessore
criminale" per il quale sono stati chiesti 30 anni di carcere,
ridotti a 20 per via dell'abbreviato. Il processo proseguirà con
le conclusioni delle difese e la sentenza è prevista ad ottobre.
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