"Da quello che posso esprimere a titolo personale, come assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto". Così Raffaele Donini, che è anche coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni, commenta il via libera del consiglio dei ministri a decreto legge e disegno di legge sull'abbattimento delle liste d'attesa.
"Da un lato è evidente la volontà di esautorare le Regioni dalla loro funzione di programmazione sanitaria (questo spiega forse il mancato coinvolgimento delle stesse) con meccanismi di direzione, controllo, ispezione da parte del Governo, direttamente nei confronti delle Asl e non delle Regioni. Si passa così dalla retorica dell'autonomia differenziata all'autonomia nell'indifferenziata", sottolinea Donini.
"Dall'altro lato - prosegue - si spinge ancora l'acceleratore sulla privatizzazione della sanità, sia favorendo l'attività libero professionale dei medici a scapito di un potenziamento del sistema sanitario pubblico, sia alzando il tetto di spesa per il privato accreditato senza prima assicurare un adeguato finanziamento al sistema pubblico".
Donini fa notare come "molte previsioni organizzative del decreto" siano "già presenti in alcune regioni fra cui l'Emilia-Romagna alla luce della delibera di Giunta sulle liste di attesa dell'aprile scorso. Basti pensare - aggiunge - all'impossibilità di tollerare liste chiuse o alla presa in carico obbligatoria della prenotazione o al recall per l'effettuazione della visita con annessa penalità per chi non si presenti. Infine benvenga l'intelligenza artificiale per lavorare sull'appropriatezza delle richieste di visite ed esami come già in Emilia-Romagna si sta studiando".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA